Zucchero, Coop. Bieticoltori italiani affila armi per concorrenza

Coprob unica significativa realtà comparto saccarifero nazionale

OTT 2, 2017 -

Roma, 2 ott. (askanews) – La liberalizzazione del comparto bieticolo-saccarifero è scattata il 1° ottobre 2017 e se da una parte porterà effetti positivi per l’Unione europea spingendo le esportazioni, dall’altra aprirà il mercato italiano ai competitor europei ed extraeuropei, pronti a farsi la guerra per conquistare preziosi punti di share. Una corsa al ribasso dei prezzi che spesso va a discapito della trasparenza e della garanzia di origine dei prodotti offerti.

Le novità in arrivo rappresentano una rivoluzione per tutto il settore in Europa, dove gli ultimi anni di progressiva deregolamentazione hanno decimato le imprese del ramo. A pagare è stata in modo particolare l’Italia, dove resiste una sola significativa realtà industriale: la cooperativa COPROB con sede a Minerbio (Bo), fondata nel 1962 e oggi rimasta praticamente l’unica realtà produttrice di zucchero italiano che può vantarsi dell’etichetta 100% made in Italy.

Con i suoi 250 dipendenti fissi, a cui si aggiungono 300 stagionali che operano nei due stabilimenti di Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd), COPROB – informa una nota – riunisce 7.000 aziende agricole per un totale di 5.648 soci conferenti e gestisce 32.300 ettari seminati a bietole tra Emilia Romagna e Veneto. Terreni che nel 2016 hanno prodotto 2.200.000 tonnellate di bietole, la cui lavorazione ha dato origine a 255.000 tonnellate di zucchero per un fatturato consolidato di 233.000.000 di euro. Quella disegnata dai numeri è un’organizzazione importante senza la quale l’Italia sarebbe uno dei pochi Paesi al mondo con un consumo di zucchero di 1.700.000 tonnellate a non disporre di una produzione nazionale, pur essendo il terzo mercato di consumo in Europa.

Mantenere l’attuale zoccolo duro di produzione, che oggi copre soltanto il 16% del fabbisogno di zucchero nazionale – conclude la nota – è dunque fondamentale per il nostro Paese, specie in vista della liberalizzazione del mercato.