Bollette, cosa vuole fare il governo per la fatturazione a 28 giorni

Si acuisce lo scontro

SET 13, 2017 -

Roma, 13 set. (askanews) – Si acuisce lo scontro contro il meccanismo della fatturazione a 28 giorni per le bollette telefoniche e delle pay tv. La ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, al question time, ha annunciato che il Governo sta valutando interventi normativi contro tale pratica, che comporta una cadenza di 13 bollette all’anno, al posto delle 12 classiche mensili. In pratica si ipotizza una norma che regoli la fatturazione alla cadenza mensile. Già l’Agcom il 30 luglio del 2015 era intervenuta contro la riduzione a quattro settimane per il rinnovo delle offerte per le carte ricaricabili, calcolando un aumento medio annuo della spesa del 7% e annunciando una segnalazione all’Antitrust. L’Autorità aveva chiesto agli operatori di non scendere sotto i 28 giorni per la fatturazione nel mobile e di riportala alla mensilità per la telefonia fissa. Contro tale decisione, l’Asstel, l’associazione aderente a Confindustria della compagnie di telefonia, aveva annunciato ricorso.

“Operatori del settore della telefonia e l’impresa Sky hanno progressivamente modificato la cadenza delle proprie fatturazioni – ha detto la ministra al question time rispondendo a un’interogazione rivolta al ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda -, portandola a una volta ogni 28 giorni, con un aggravio dei costi per i consumatori. Mentre non è in discussione la libertà degli operatori di formulare nuove offerte commerciali, nel rispetto della regolamentazione, non possono altrettanto essere messi in discussione i principi fondamentali di tutela e di trasparenza a favore degli utenti dei servizi. In questa condotta si legge infatti un comportamento scorretto verso i consumatori che pagano queste iniziative in prima persona e di tasca propria”.

“Il Governo – ha aggiunto – reputa che, sempre a maggior tutela dei consumatori, l’omogeneità delle condizioni contrattuali in materia di trasparenza e di base temporale per il calcolo dei costi da fatturare debba essere un obiettivo da perseguire concretamente utilizzando tutti gli strumenti di regolazione a disposizione”.

“Il ministero (il Mise ndr.) oltre ad essere in attesa di conoscere l’esito sia degli interventi di Agcom sul piano regolamentare, a conclusione del contenzioso in atto con gli operatori telefonici, sia dell’Antitrust, con riferimento alle istruttorie avviate in materia di tutela della concorrenza e di pratiche commerciali sleali – ha concluso la Finocchiaro -, sta valutando segnalazioni specifiche all’Antitrust e un apposito intervento normativo a supporto dei suddetti obiettivi”.

Immediato il plauso della associazioni dei consumatori, che chiedono maxi sanzioni nei confronti degli operatori. “Le disposizioni che vietano la fatturazione a 28 giorni esistono già, semplicemente gli operatori della telefonia e le pay-tv le ignorano, arrecando un danno economico enorme ai consumatori italiani – ha affermato il Codacos, annunciando anche una denuncia penale -. L’Agcom ha espressamente vietato la possibilità di fatturazioni a 28 giorni ma gli operatori continuano ad emettere fatture non più mensili, ma ogni 4 settimane, determinando un rincaro medio per gli utenti dell’8,6%. Per tale motivo serve una maxi-sanzione pecuniaria nei confronti dei gestori telefonici e delle pay-tv, perché solo intaccando le loro casse sarà possibile ottenere il rispetto delle norme”.

Sulla stessa linea l’Unione nazionale dei consumatori che chiede “non solo di fissare per legge la cadenza mensile della fatturazione, ma anche di cambiare gli importi delle sanzioni, eliminando i tetti attuali e prevedendo che le multe debbano essere sempre superiori all’illecito guadagno ottenuto con pratiche commerciali scorrette o in violazioni delle delibere delle autorità di regolazione”.

Anche il Pd nei giorni scorsi aveva annunciato una propria iniziativa parlamentare per inserire nella prossima Legge di Bilancio per riportare la fatturazione alla cadenza mensile.

Sen/Int9