Riparte tavolo Poletti-sindacato pensioni-lavoro, strada in salita

Ministro: a bonus giovani 2 mld euro per 300mila nuove assunzioni

AGO 23, 2017 -

Roma, 23 ago. (askanews) – Ormai agli sgoccioli la pausa estiva, riparte la prossima settimana il confronto al ministero del Lavoro tra il ministro Giuliano Poletti e i sindacati sul lavoro e la previdenza. La strada si annuncia come una ripida salita con il governo pronto da una parte a introdurre in legge di Bilancio sgravi strutturali per le assunzioni dei giovani ma chiuso dall’altra a modifiche sulla previdenza.

Come concordato a fine luglio, i temi sono stati spacchettati e il calendario prevede il riavvio del tavolo su previdenza complementare e pensioni dei giovani dal 30 agosto, seguirà il focus sulle politiche attive e passive, ammortizzatori sociali e Garanzia giovani, poi il tema della rivalutazione delle pensioni, e ancora la rappresentanza sindacale e la nuova governance dell’Inps oltre alla patata bollente dell’adeguamento all’aspettativa di vita oltre al “tagliando” per l’Ape sociale.

L’impegno del premier Paolo Gentiloni per i giovani è stato esplicito: la prossima Legge di bilancio “non sarà una legge di spesa facile, sarà una legge con interventi molto selettivi” e “nell’ambito di questi limiti intendiamo concentrare questi impegni innanzitutto sul lavoro per i giovani”, ha detto domenica al Meeting di Cl. La ricetta comunque non sarà facile da definire e, ha ricordato oggi il ministro Poletti, è tutta ancora da scrivere come ad esempio l’età richiesta per cui si possa ottenere il bonus perché si dovrà rispettare la “regolazione europea” per “evitare discriminazioni” ma ci sarà una “clausola anti-licenziamento” per “evitare comportamenti furbeschi”. Mentre uno stanziamento di 2 miliardi di euro, secondo il ministro, è “una stima credibile” ed è “ragionevole” una previsione di 300 mila nuovi giovani occupati.

Ma è sullo stop all’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, chiesto dai sindacati e non solo, che in questi giorni si è discusso molto. Con il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, che ha messo le mani avanti perché “sulla previdenza abbiamo varato un intervento molto significativo l’anno scorso” e “purtroppo le risorse per tutto non ci sono”. Mentre la numero uno della Cisl, Anna Maria Furlan, gli rispondeva che non si devono contrapporre le ragioni degli anziani a quelle dei giovani e che lavorare tutti fino a 70 anni è “inimmaginabile”. E ancora, con i presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, che hanno già affilato le armi contrapponendo altre proiezioni ai dati del presidente dell’Inps, Tito Boeri, secondo il quale la sospensione dell’adeguamento sarebbe “pericolosissimo” con un costo per le casse dello Stato di 141 miliardi.

Se sulle future pensioni dei ragazzi, azzoppate da lavori discontinui e intermittenti, Poletti è pronto a discutere con i sindacati per individuare soluzioni, il ministro ha detto chiaro e tondo che una revisione dell’adeguamento dell’età pensionabile non è all’ordine del giorno della legge di Bilancio. “Nessuno ci ha chiesto di abolire il collegamento e la connessione”, anche se “c’è una richiesta di discussione su tempi e modalità, ma credo che questo sia un tema che vada affrontato nel momento in cui l’Istat ci avrà dato i termini definitivi di questa situazione”, ha concluso lasciando pochi margini di speranza.