Il 2016: anno record del turismo: 1,2 mld arrivi internazionali

I dati del Rapporto UniCredit-Tci

LUG 17, 2017 -

Milano, 17 lug. (askanews) – Con oltre 1,2 miliardi di arrivi internazionali il 2016 costituisce l’ennesimo anno dei record per il turismo che, a livello globale, è evidentemente in grado di assorbire tutti quei fattori destabilizzanti che rischiano di mettere in crisi il settore dei viaggi: dagli attentati terroristici in Occidente alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Le prime previsioni per il 2017 lasciano ben sperare sul fatto che i flussi proseguiranno con il trend di crescita del recente passato, ovvero a un ritmo compreso tra il 3 e il 4%. E’ quanto emerge dal “Rapporto sul Turismo 2017” realizzato da UniCredit in collaborazione con il Touring Club Italiano.

L’Europa resta la destinazione turistica più visitata dai viaggiatori internazionali: con circa 620 milioni di arrivi riceve, infatti, oltre il 50% dei flussi complessivi. Seguono Asia e Pacifico, poi l’America con 201 milioni di arrivi (16%). Asia-Pacifico, Africa e America registrano i tassi di crescita più elevati (tra il 4 e l’8% circa) mentre mostra una battuta d’arresto il Medio Oriente (-4,1%) e l’Europa tiene con una crescita limitata (+2%).

Guardando ai Paesi più visitati al mondo, in classifica si conferma al primo posto la Francia con 84,5 milioni di arrivi internazionali mentre l’Italia consolida la quinta posizione. I primi dati riferiti al 2016 fanno emergere gli effetti della difficile situazione internazionale: la Francia, infatti, presenta un trend in calo (-4%) mentre la Turchia ha visto una riduzione drastica dei flussi (-30%). Tra gli emergenti, continua la crescita sostenuta del Messico che per il secondo anno consecutivo, registra una positiva performance tra le dieci destinazioni che attraggono più turisti nel mondo.

Tra i Paesi generatori di spesa per il turismo outgoing la Cina è al primo posto, seguita da USA (112,9) e Germania (77,5). Si segnala la congiuntura negativa della Russia che scende al sesto posto in calo del 31% rispetto al 2014.