Sulle pensioni Boeri afferma che il blocco a 67 anni costa 141 miliardi

"In squilibrio il sistema"

LUG 16, 2017 -

Roma, 16 lug. (askanews) – Lo stop a 67 anni dal 2021 dell’età pensionabile comporterebbe “141 miliardi di spesa in più da qui al 2035, quasi interamente destinati a tradursi in aumento del debito pensionistico implicito dato che l’uscita prima del previsto non verrebbe compensata, se non in minima parte, da riduzioni dell’importo delle pensioni”. Lo dice il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in un’intervista al Sole24Ore.

“Da vedere poi come i mercati accoglierebbero lo smantellamento della riforma del 1996, che abbiamo venduto in tutto il mondo come sostenibile perché basata su adeguamenti automatici alla longevità – prosegue – il blocco sull’età senza toccare i coefficienti di trasformazione mette in squilibrio il sistema. Visto che il flusso attuale vede in uscita pensioni miste, con una quota prevalente di calcolo ancora retributivo, i coefficienti di trasformazione hanno un ruolo marginale nel determinare il livello delle pensioni. In prospettiva – conclude Boeri – avremo invece un problema di pensioni troppo basse, soprattutto per le donne. Con lo stop sulla speranza di vita, tra l’altro, si bloccherebbe non solo il requisito di vecchiaia, ma anche quello che fa salire gli anni contributivi per l’anticipo. Penso che se accadesse si potrebbero avere circa 200mila pensioni in più all’anno”.

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