Assemblea CRTV, Siddi: ripresa timida per settore radiotelevisivo

Presidente Confindustria Radio-TV: al di sotto livelli pre crisi

LUG 6, 2017 -

Roma, 6 lug. (askanews) – “Timidi segnali di ripresa si avvertono, ma a bassi margini e al di sotto dei livelli pre-crisi”. Questa la fotografia del settore radiotelevisivo scattata dal presidente di Confindustria Radio Televisioni, Franco Siddi, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione che si è svolta oggi a Roma, dal titolo “Valorizzazione dei contenuti nell’evoluzione digitale dell’industria audiovisiva e radiofonica”.

“Imprese televisive storiche, da nord a sud, hanno cessato l’attività, per liquidazione volontaria o, peggio, per fallimento – ha spiegato Siddi -. Stiamo perdendo quote di un patrimonio unico, di libertà e pluralismo, di presidio informativo del territorio, di conoscenze. Stiamo perdendo centinaia di professionisti, giornalisti, tecnici, amministrativi. Nonostante ciò ci sono ancora 70/80 emittenti locali che, con grandi sforzi economici, creano occupazione e forniscono un servizio informativo, di comunicazione, promozione e pubblica utilità sul territorio. Queste aziende proseguono il loro imprescindibile servizio di editori, in attesa di una seria riforma di sistema”.

Per Siddi il sistema dei media globalmente inteso, può svolgere un ruolo importante “sia per mettere a fuoco i canali di intervento più utili, sia per invertire un clima di sfiducia permanente facendo comprendere le ragioni di un investimento e di un’iniziativa industriale avanzata. Viviamo nell’era della connessione “sempre e ovunque” e della globalizzazione. In questo contesto, particolarmente sfidante per le industrie e gli operatori nazionali, c’è un’unica certezza: all’aumentare della capacità delle reti aumenta la richiesta di servizi e contenuti, soprattutto audiovisivi”.

Il presidente di CRTV ha affrontato anche il tema della concorrenza sleale degli OTT, gli over the top, che in pochi anni “hanno creato posizioni dominanti a livello globale e nazionale sfruttando il vantaggio competitivo offerto loro dall’assenza di paradigmi normativi e regolamentari, senza doveri (e oneri) a tutela di diritti fondamentali ed eludendo la contribuzione fiscale nazionale. Ma il clima – ha sottolineato Siddi – sta cambiando, come dimostrano le iniziative in tema fiscale intraprese in diversi Paesi, tra cui l’Italia con la citata proposta di legge “Mucchetti”, nonché le multe comminate dalla UE alle multinazionali della rete”. Ovviamente “non si chiede certo di fermare l’evoluzione e l’innovazione. Si chiede di gestire il cambiamento ponendo le basi per una equa competizione nel sistema esteso alla Rete”.

L’industria dell’audiovisivo in cui la TV mantiene una centralità nella filiera dei contenuti e un ruolo decisivo sul piano degli investimenti, ha detto ancora Siddi, «è un patrimonio che deve essere valorizzato nell’Agenda Digitale. Senza una visione integrata, che tenga insieme innovazione infrastrutturale e tecnologica da un lato e industria dei contenuti dall’altro, il processo di sviluppo delineato nell’Agenda Digitale è zoppo: il rischio è che si costruiscano autostrade digitali senza i contenuti e i servizi che le possano popolare. O, peggio, senza contenuti italiani ed europei di valore”.