Rendiconto asset non finanziari: la Csr entra in cda

Il decreto impatterà sui modelli di governance. Convgno UBI Banca

GIU 28, 2017 -

Milano, 28 giu. (askanews) – I fattori di responsabilità sociale d’impresa (ambientali, sociali, di gestione delle risorse umane e degli impatti sulla comunità) diventano ancor più strategici per le aziende italiane in seguito all’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 che recepisce la direttiva europea 2014/95: a partire dall’esercizio 2017 le aziende di rilevanza pubblica dovranno infatti produrre una dichiarazione non finanziaria riguardante i temi ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva.

Sulla base di una ricerca condotta da Nedcommunity, l’associazione italiana degli amministratori non esecutivi e indipendenti, componenti degli organi di governo e controllo delle imprese, però, emerge che solo il 51% degli intervistati conferma di essere stato informato dalla funzione compliance aziendale in merito all’introduzione della direttiva europea.

Se ne è parlato oggi nel corso di un convegno organizzato con UBI Banca, al quale hanno partecipato esponenti del mondo della finanza, delle istituzioni, del credito e del mondo imprenditoriale. Dopo l’introduzione del presidente del Consiglio di gestione di UBI Banca, Letizia Moratti e del presidente di Nedcommunity, Paola Schwizer, sono state presentate alcune evidenze dalle quali emerge che i board ambiscono a un ruolo maggiormente attivo nella definizione delle strategie in materia di attività di sostenibilità e responsabilità sociale.

Un numero su tutti: soltanto il 42% ritiene che sia stato definito chiaramente il ruolo del cda in materia di definizione della strategia di lungo periodo e di indicatori di performance su tutte le forme di valore prodotte dall’azienda, compresi quelli ambientali. Dalla ricerca è emerso inoltre che il 40% degli intervistati ha ammesso che il cda nell’ultimo anno ha dedicato una o più sessioni specifiche al processo di elaborazione della vision aziendale per assicurare il presidio di tutte le forme di valore e quindi anche i temi sostenibilità e responsabilità sociale nell’ambito del modello di business delle strategie.

“L’entrata in vigore del Decreto impone una rapida evoluzione delle policy di tutte le aziende, un percorso che in UBI Banca abbiamo già avviato con successo da alcuni anni – ha detto sostiene Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca – La norma offre infatti una nuova chiave di lettura alla competizione tra imprese, che potranno essere valutate in maniera trasparente anche in termini di capacità di assunzione di responsabilità sociale in favore delle persone, delle comunità e delle economie in cui sono attive”.

Gli amministratori indipendenti, però, possono svolgere un ruolo attivo e propositivo nell’indirizzo di strategie di lungo periodo e di politiche aziendali anche in materia di responsabilità sociale. L’80% degli intervistati, infatti, è convinto che i membri dei board hanno professionalità coerenti con il presidio di tutte le forme di valore che un’azienda produce.

(nella fotto: un momento dell’incontro organizzato da UBI Banca sulla decreto legislativo sugli obblighi delle imprese in materia di informativa non finanziaria)