Banche venete, Padoan: salvata economia veneta non gli istituti

Aiuti di Stato possono rientrare nelle casse dello Stato

GIU 27, 2017 -

Roma, 27 giu. (askanews) – “Non abbiamo salvato due banche che non stavano in piedi. Abbiamo invece liquidato le banche e salvato lavoratori, risparmiatori e imprese. Cioè l’economia del territorio”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, spiega così in una lettera al Foglio il decreto varato domenica scorsa dal governo sulle banche venete.

Per il Ministro “una liquidazione pura e semplice” di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza “avrebbe comportato una crisi drammatica per un territorio che sta trainando l’Italia nella ripresa economica, dato che le due banche avevano tra i loro clienti 200 mila imprese. Avrebbe creato disagi tra i correntisti, i depositanti e i risparmiatori che hanno investito in obbligazioni di quelle banche. Avrebbe probabilmente costretto l’intero sistema bancario italiano a sobbarcarsi il costo della tutela obbligatoria dei depositanti, con ripercussioni sul grado di patrimonializzazione di molte banche, e creato una grave incertezza tra i risparmiatori tutti”.

“Per questa ragione abbiamo deciso che la liquidazione andava assistita da aiuti di Stato” aggiunge Padoan precisando che “contrariamente a quanto spesso, erroneamente, si sostiene non sono vietati in Europa, purché vengano erogati rispettando regole precise. Come abbiamo fatto noi, dato che la Commissione ha riconosciuto la correttezza dell’intervento pubblico”.

“Leggendo i commenti si intuisce che qualcuno vorrebbe finalmente far fallire una banca in crisi giusto per vedere che effetto fa, laddove altri vorrebbero che il Governo nazionalizzasse gli istituti problematici. Mi pare che nessuna delle due posizioni sia razionale – conclude il Ministro – La prima perché sarebbe da scellerati rischiare di innescare una crisi finanziaria mentre finalmente l’economia riprende a un ritmo dignitoso, per quanto ancora insoddisfacente. La seconda perché il denaro dei contribuenti non va usato per salvare banche bensì per produrre servizi pubblici e beni comuni. Gli aiuti di Stato, laddove sono stati impiegati, dovrebbero rientrare nelle casse dello Stato. Alcuni casi internazionali e quello italiano dei Monti bond ci dicono che è possibile”.