Cisl: contrattazione decentrata supera crisi e rilancia i salari

Il sindacato illustra i contenuti del suo terzo rapporto

GIU 13, 2017 -

Roma, 13 giu. (askanews) – Sulla contrattazione, nel biennio 2015-2016 emergono diverse indicazioni in discontinuità con quella degli anni precedenti, segnata prevalentemente dalla gestione degli effetti della crisi, nonché tendenze innovative e di cambiamento dei suoi contenuti. In questi due anni, la contrattazione decentrata ha intensificato il proprio dinamismo e nel periodo post-crisi è caratterizzata da una ripresa quantitativa dell’attività contrattuale in tutti i settori merceologici, non solo in quelli tradizionali o a consolidata esperienza contrattuale. E’ quanto rileva il rapporto della Cisl sulla contrattazione di secondo livello.

Rispetto al biennio precedente (2013-2014) si registra una netta inversione di tendenza nel peso degli istituti contrattuali al centro delle trattative. Gli accordi per crisi o ristrutturazione che prima riguardavano ben il 62% dei contratti scendono ora al 37%, mentre la contrattazione del salario sale dal 23% al 43% degli accordi, quella del welfare dal 10% al 20%, quella dell’orario dal 12% al 19%. In sostanza la contrattazione decentrata torna a riprendere la regolazione dei capitoli fondamentali del rapporto di lavoro, anche con contenuti sempre più innovativi.

Il terzo report della confederazione guidata da Annamaria Furlan ha analizzato i contenuti di 2.094 accordi, frutto della contrattazione decentrata svolta nel biennio 2015-2016 in 1.478 aziende che occupano 753.304 lavoratori. Si tratta di uno spaccato legato ai soli accordi che le strutture sindacali immettono nella banca dati dell’osservatorio. La Cisl sottolinea che non è contabilizzata la contrattazione territoriale, che sarà al centro di un prossimo rapporto, e che in settori come edilizia, agricoltura e artigianato è in realtà molto attiva e copre migliaia di Pmi e centinaia di migliaia di lavoratori. (segue)