Pil, Confcommercio: Sud indietro di 20 anni penalizza l’Italia

Anche sui consumi il divario con il Nord è fortissimo

GIU 8, 2017 -

Roma, 8 giu. (askanews) – L’Italia manifesta da almeno due decenni un tasso di crescita “particolarmente esiguo”, in termini assoluti e nella comparazione internazionale. Questo dipende largamente dalle “insoddisfacenti performance del Mezzogiorno” che presenta gli stessi livelli di prodotto lordo di oltre venti anni fa. E’ questa l’analisi che arriva dall’Ufficio Studi di Confcommercio.

L’Italia è un Paese, dal punto di vista economico, sempre più diviso. “I già consistenti divari tra Mezzogiorno e Centro-nord si sono, infatti, acuiti sia in termini di ricchezza prodotta, sia di consumi. Alcune valutazioni puramente meccaniche chiariscono il ruolo della mancata crescita meridionale nel determinare la scarsa crescita dell’Italia nel complesso”.

Ponendo pari a 100 il Pil del 1995 delle due macro-aree, l’indice nel 2016 vale oltre 114 nel Centro-nord contro un valore pari a 102,7 nel Sud: quest’area presenta, dunque, gli stessi livelli di prodotto lordo di oltre venti anni fa. L’ampliamento dei divari è ancora più evidente se si guarda ai consumi sul territorio, che comprendono la spesa dei non residenti. A una crescita cumulata, tra il 1995 ed il 2016, del 18,8% nel Centro-nord ha fatto riscontro un irrilevante 1,4% del Mezzogiorno.

Applicando al Mezzogiorno i tassi di variazione sperimentati dal Centro-nord (di per sè non particolarmente brillanti), il Pil italiano sarebbe più elevato di circa 45 miliardi di euro nel 2016. Per i consumi sul territorio, andamenti analoghi nelle due aree avrebbero generato un valore superiore di circa 47 miliardi di euro (sempre con riferimento all’anno 2016). Tuttavia neppure questa ricchezza aggiuntiva avrebbe mutato la posizione dell’Italia nella graduatoria europea per la crescita del Pil 1995-2016: il nostro Paese avrebbe comunque occupato l’ultima posizione.

Il Pil pro capite aggiuntivo dei cittadini del Sud corrisponderebbe a quasi 1.600 euro a testa. In termini di risorse, ogni residente del Sud godrebbe di un reddito disponibile di quasi 15mila euro rispetto ai 13.400 euro rilevati dai dati ufficiali, in confronto a un reddito pro capite nel Centro-nord, sempre nell’anno 2016, pari a 20mila 500 euro circa.