L’Ue rivuole l’Imu sulla prima casa ai redditi alti, no di Padoan

Il ministro taglia corto: "Non è una buona idea"

MAG 22, 2017 -

Roma, 22 mag. (askanews) – Botta e risposta tra la Commissione europea e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sulla controversa e, evidentemente non sopita, questione dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Nel “pacchetto di primavera” – in cui l’esecutivo comunitario ha elargito una promozione condizionata alla Penisola, evitando procedure di infrazione sia sul Bilancio 2017, sia sugli squilibri macroeconomici – è stata inserita una raccomandazione che ripropone i diverbi sul tema del prelievo sugli immobili residenziali.

Bruxelles chiede infatti di reintrodurre la tassa sulla prima casa a carico delle famiglie con “elevati livelli di entrate”, senza entrare maggiormente nello specifico.

Questa controversa tassa è stata al centro di una lunga serie di modifiche e clamorosi cambi di rotta in un periodo di tempo relativamente breve. Solo per citare alcuni passaggi, l’allora Ici sulla prima casa venne abolita dal governo Berlusconi nel 2008 e successivamente trasformata in Imu, sempre e solo sull’abitazione non principale, dal 2011. Ma poco dopo il governo Monti con la “manovra salva Italia” la reintrodusse anche sulle abitazioni principali, con un contestuale inasprimento della base imponibile tramite revisioni delle rendite catastali. Più di recente, dal 2016, al termine di una lunga fase di dibattito politico, il governo Renzi ha abolito definitivamente l’Imu sulla prima casa.

Ora Bruxelles torna alla carica. Nell’ambito delle sue raccomandazioni di primavera, chiede una serie di punti all’Italia, tra cui di muoversi “reintroducendo la tassa sulle prime case per le famiglie con elevati redditi”. Inoltre, sempre sulla fiscalità sugli immobili l’Ue raccomanda anche di “rivedere il sistema del catasto”, giudicato “obsoleto”.

Richieste che però hanno subito trovato un atteggiamento negativo da parte di Padoan, che pure solitamente è molto dialogante, cauto e diplomatico nei suoi rapporti con la Commissione. “Cambiare idea su una tassa cambiata da pochi mesi non è una buona idea”, ha tagliato corto al suo arrivo all’Eurogruppo a Bruxelles. Si vedrà se l’Ue insisterà o meno, nei mesi a venire, sul tema delle tasse sulla prima casa. Secondo Padoan, comunque, l’effettivo peso di questa specifica raccomandazione è da ridimensionare. Perché è solo “una delle tante proposte” avanzate dall’Ue e “le riforme fiscali vanno viste nel loro insieme”.