Il 34% consumatori preferisce taxi e car-sharing all’auto propria

Nuovo report di Capgemini "Cars Online 2017 - Beyond the car"

MAG 16, 2017 -

Milano, 16 mag. (askanews) – Uber, Didi e BlaBlaCar insieme ad altri servizi di car-sharing stanno ridefinenendo le linee di sviluppo del settore auto, che pure vede confermate le previsione di crescita. Il 34% dei consumatori considera i “servizi” di mobilità come alternativa all’acquisto di un auto di proprietà, mentre il 56% li considera “complementari”. E’ quanto emerge da una recente indagine di Capgemini – leader mondiale nel settore della consulenza, della tecnologia e dei servizi di outsourcing – effettuata su oltre 8.000 consumatori in otto mercati chiave a livello globale (Brasile, Cina, Francia, Germania, Italia, India, Regno Unito e Stati Uniti).

Se da un lato la vendita di auto nuove continua a crescere in modo esponenziale, i nuovi dati raccolti da Capgemini nel “Cars Online report – Beyond the car” dimostrano un cambio di strategia dei principali produttori di auto, che stanno già investendo in servizi di car sharing con lanci, acquisizioni o partnership per adeguarsi al cambiamento delle abitudini dei consumatori.

La percentuale dei consumatori che considerano i servizi legati alla mobilità complementari rispetto all’acquisto di un’auto aumenta tra gli acquirenti di auto più giovani – di età compresa tra i 18 e i 34 anni (64%) – e tra quelli dislocati nei mercati emergenti cinese (77%) e indiano (63%). La rilevanza degli investimenti fatti dalla maggior parte dei player dell’industria car sharing trova conferma nel fatto che due terzi dei consumatori (66%) afferma che il brand rappresenta un fattore chiave nella scelta del programma di car sharing preferito, indicando che queste strategie potrebbero diventare parte integrante del nuovo ciclo di vendita di auto.

“Il settore automobilistico attualmente gode di ottima salute e le previsioni indicano che il numero di veicoli in circolazione raddoppierà entro il 2030 – ha dichiarato Domenico Cipollone, account executive automotive di Capgemini Italia – Il business dell’automotive sta inoltre attraversando una fase di profondo cambiamento, determinato in particolare da due fattori: l’ingresso nel mercato di nuovi players, che solitamente non sono considerati come competitors dei tradizionali OEMs, e l’impatto della digitalizzazione, che sta radicalmente trasformando il concetto stesso di veicolo con l’avvento di Connected Cars e Autonomous driving. Come conferma l’indagine ‘Cars Online 2017’, a questi fattori si aggiunge poi il nuovo paradigma del car sharing, che ha determinato il cambiamento dei comportamenti d’acquisto del consumatore in questi ultimi anni”.

Altri risultati del rapporto mostrano il più ampio impatto causato da un rapido aumento delle competenze tecnologiche e della consapevolezza dei consumatori sulle abitudini di acquisto. Gli optional di guida autonoma restano un selling point rilevante per i consumatori. Con la guida assistita, che sta diventando un optional di serie sui modelli di auto tradizionali e grazie ai report periodici sui test relativi ai nuovi veicoli autonomi, l’81% degli intervistati è disposto a pagare costi aggiuntivi per la funzione di guida autonoma. La Cybersecurity è divenuta oramai un fattore determinante nell’acquisto di un’auto. Nel 2015, un terzo degli intervistati era preoccupato in relazione alla sicurezza informatica. Dopo ulteriori attacchi alle piattaforme del settore automotive da parte di hacker professionisti, i consumatori di oggi vogliono essere rassicurati dai produttori sulla sicurezza delle auto, con oltre due terzi degli acquirenti (68%) che sostiene che la “resilienza informatica” di un’auto sarebbe in grado di influenzarne l’acquisto.

L’interesse dei consumatori ad acquistare automobili a marchio tech è in aumento, nonostante la scarsità di sostanza. Dopo 18 ulteriori mesi dalle indiscrezioni secondo cui Google o Apple starebbero per lanciare automobili sul mercato, c’è stata una crescita dell’interessamento dei consumatori rispetto a quanto rilevato dallo studio del 2015 (49%): ben oltre la metà dei consumatori (57%), infatti, si dichiara ora aperta all’acquisto di un veicolo prodotto da un colosso della tecnologia come Apple o Google.

La fiducia dei fruitori di veicoli autonomi è suddivisa tra esperti e nuovi player. Dato che le aziende “tech” hanno condotto diversi test pubblici sui veicoli autonomi, è importante sottolineare che la metà dei consumatori (51%) si fiderebbe maggiormente di auto con funzioni di guida autonoma prodotte dalle case automobilistiche piuttosto che da aziende leader della tecnologia.

Le preoccupazioni relative al trattamento dati stanno diminuendo, dal momento che i consumatori prediligono le auto dotate di connessione per dispositivi mobili. La familiarità con altri dispositivi connessi e il compromesso tra condivisione dei dati, maggiore personalizzazione e servizi migliori stanno spostando le abitudini dei consumatori verso le auto connesse. La maggior parte dei consumatori sarebbe disposta a condividere i dati relativi al proprio veicolo (89%) e al conducente (76%) mentre l’auto è connessa. Per fare un confronto, nello studio del 2015 l’80% degli intervistati aveva dichiarato che avrebbe condiviso i dati liberamente o con alcune restrizioni, sottolineando la costante disponibilità a condividere informazioni.

La domanda di mercato online – presso le concessionarie virtuali – sta sfidando il modello di vendita tradizionale. Influenzati senza dubbio dal continuo interesse per le tecnologie dirompenti e dall’utilizzo di concessionarie virtuali da parte di alcuni importanti produttori di auto, i consumatori stanno richiedendo metodi alternativi presso cui reperire informazioni tramite OEM e rivenditori, come ad esempio presentazioni di veicoli in realtà virtuale (62%), live chat (43%) e video blog a cura dei clienti (36%).