Banda ultralarga, EY: in Italia investimenti senza precedenti

Presentato oggi il Libro bianco sul digital divide

MAG 5, 2017 -

Roma, 5 mag. (askanews) – In un mercato che ha nella banda larga e ultra larga e nel Cloud Computing alcuni tra i principali elementi di sviluppo, la pervasività della fibra ottica è ‘un elemento chiave’ non solo per il rilancio del mercato ICT, ma anche ‘per accrescere la competitività del tessuto produttivo e dello sviluppo sociale’ italiani. E per realizzare questo cambiamento ‘in modo efficace ed efficiente’, bisognerà focalizzarsi in modo adeguato ‘su due aspetti’: execution e demand creation. È questo il messaggio contenuto nel Libro bianco EY sui ’10 anni di digital divide’ realizzato da Roberto Mastropasqua e Silvestro Demarinis e presentato oggi alla presenza dell’amministratore delegato Donato Iacovone e di Fabrizio Pascale, partner Technology, Media & Telecommunication Leader di EY in Italia.

Il documento, realizzato con il contributo di A2A, Acantho, Enel Open Fiber-Metroweb, Sielte, Sirti, Uniontrasporti e il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’AGCom, parte dall’analisi di come in Italia si è sviluppato il mercato della banda larga (BB) per individuare le azioni necessarie volte a facilitare l’implementazione dell’ultra broadband (UBB) nel Paese. Partendo da queste necessità, EY ha impostato un percorso di analisi e di confronto con i player di riferimento del “nuovo ecosistema della banda ultralarga” che, attraverso due workshop di lavoro (denominati Executive Circle) e una sessione finale durante il convegno annuale di Capri, ‘definisca ruoli, responsabilità e attività da realizzare per supportare la trasformazione digitale’ della Penisola.

I 2,6 miliardi di fondi pubblici per la Banda Ultra Larga, a cui si sommano investimenti ancora più rilevanti da parte di alcuni operatori privati, rappresentano, secondo le aziende ascoltate da EY, ‘un effort di investimenti che non ha precedenti nel recente passato del nostro Paese’.

Entrando nello specifico, la curva di adozione degli accessi broadband, spiega lo studio, si è sviluppata seguendo i tassi di crescita tipici dei servizi innovativi di successo. Infatti, dopo il decollo iniziale (’02-’08), si è assistito ad un primo periodo di assestamento (CAGR ’09-’11 +6%) e ad un secondo momento di appiattimento della curva di crescita (CAGR ’12-’14 +2%). Lo sviluppo della banda ultra larga ha nuovamente fatto ripartire la crescita nell’ultimo biennio con una ripresa del +4% (CAGR ’14-’16).

Questa crescita, si pone in evidenza nel libro bianco, è stata possibile sia grazie all’accelerazione della copertura ultra broadband del territorio registrata nell’ultimo anno, sia grazie agli investimenti degli operatori privati sia ai piani del Governo per lo sviluppo della banda ultra larga. Secondo le previsioni, il digital divide ultra broadband impiegherà meno di 4 anni rispetto ai 6 della BB per passare da una copertura del 20% all’80%. Questi investimenti starebbero dando un impulso significativo alle coperture ultra broadband di rete fissa, mobile e wireless. Dall’analisi di EY si stima che nel primo trimestre del 2017 questi abbiano raggiunto una copertura del territorio rispettivamente del 63%, del 99% e del 67%. Il raggiungimento di una prima “massa critica” di clientela si riflette anche nelle politiche di offerta dei servizi ultra broadband degli operatori, che nell’ultimo anno hanno registrato un incremento sostanziale dei canoni mensili, sia nominali che in promozione, per quasi tutti gli operatori.

Confrontando l’andamento dei canoni nominali tra i diversi operatori, emerge, secondo il documento, un trend di decrescita nei primi anni che segue il tipico andamento dei servizi innovativi, focalizzati inizialmente agli “early adopters” e propensi ad affrontare un premium price più alto rispetto al mass-market del 2014 e 2015. Nell’ultimo anno, invece, si legge ancora ‘si è assistito ad un incremento sostanziale dei prezzi delle offerte ultra broadband, imputabile anche all’arricchimento delle offerte con contenuti premium e all’aumento della velocità di connessione che, per alcuni operatori, arriva fino a 1GB’.

Un altro elemento di discontinuità rispetto al passato e abilitatore dello sviluppo UBB rispetto al BB sarebbe l’allargamento dell’ecosistema che impatta sullo sviluppo digitale nel nostro Paese. Concorrono a questo sviluppo, si sottolinea nel libro bianco, ‘nuovi soggetti che hanno un impatto positivo sia sulla realizzazione delle infrastrutture (si pensi ad esempio alle Tower Co., che possono mettere a disposizione le infrastrutture di cui dispongono), sia sul coinvolgimento del territorio (stakeholder locali – Comuni, Province, Regioni, Utilities, eccetera – a cui spetta il compito di garantire la necessaria fluidità nella concessione delle autorizzazioni ai lavori civili e la messa a disposizione delle infrastrutture esistenti riutilizzabili per la banda ultralarga), sia sull’aumento di domanda (in particolare le associazioni di categoria e il mondo camerale che rappresentano il collegamento con le aziende, e quindi con una parte molto importante degli utenti finali dei servizi che si renderanno disponibili grazie alle reti di nuova generazione)’.

Il coinvolgimento del territorio, sostiene il documento, è un passaggio fondamentale per sviluppare il potenziale insito nel passaggio all’UBB e alla realizzazione della ‘Italia 100% Digitale”. Ciò accadrebbe perché: il territorio si rivaluta grazie alla disponibilità delle nuove infrastrutture UBB per aziende e cittadini; le reti UBB valorizzano anche le infrastrutture esistenti riutilizzabili per le reti di nuova generazione; gli interventi di infrastrutturazione coinvolgono, per la loro esecuzione, aziende molto spesso localizzate nei territori oggetto di intervento (ad esempio installatori locali); le nuove reti UBB abilitano l’utilizzo sul territorio di applicazioni a valore aggiunto; infine, queste reti e applicazioni danno un boost molto importante al processo di trasformazione digitale di imprese e cittadini e possono rilanciare l’industria ICT locale (in particolare, ISP, software house e system integrator).

Pur in un ‘contesto più favorevole rispetto al passato alla diffusione della banda larga/ultralarga’, l’analisi svolta da EY evidenzia due snodi fondamentali per raggiungere, velocizzare e rendere più efficace il processo di infrastrutturazione: il primo riguarda ‘la necessità di stimolare la domanda affinché colga il valore della banda ultralarga come abilitatrice di nuove applicazioni e piattaforme non solo ICT (ad esempio video OTT per il consumer, Cloud Computing per il business) e quindi si converta, più velocemente di quanto è avvenuto con la banda larga, ai servizi di connettività di nuova generazione’; il secondo, collegato al primo, ‘è di innescare al meglio il territorio, affinché si realizzino le sinergie e le economie necessarie per dare il massimo sostegno al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo dell’ultra broadband in Italia’.

In sintesi, secondo EY ‘la lettura dei 10 anni di digital divide e delle prime fasi del passaggio all’ultra broadband evidenziano quindi uno scenario con molti aspetti positivi, che in un anno o poco più ha realizzato un salto in avanti nella copertura del territorio e nell’adozione di servizi a banda ultralarga ben superiore rispetto a quanto avvenuto per la banda larga in un periodo molto più lungo. Non mancano però incertezze e possibili criticità, sia nell’execution delle infrastrutture che nella creazione della domanda per la banda ultralarga’.

Partendo da queste considerazioni, il libro bianco identifica 5 azioni prioritarie: allargare l’ecosistema ultra broadband, coinvolgendo nuovi stakeholder; definire nuove regole di ingaggio tra soggetti di natura diversa e modalità più snelle per gli interventi infrastrutturali; sviluppare un nuovo marketing dell’offerta ultra broadband, che ne valorizzi il valore per l’utenza; valorizzare il contesto locale, come motore dello sviluppo infrastrutturale soprattutto nelle aree produttive; stimolare la trasformazione digitale degli utenti, come presupposto dello sviluppo della domanda ultra broadband.

Il prossimo Executive Circle si terrà a giugno e tratterà il tema della “demand creation”.

(fonte: Cyber Affairs)