Draghi va avanti con il QE per tutto il 2017

Alzate le stime sull'inflazione

MAR 9, 2017 -

Roma, 9 mar. (askanews) – Tutto confermato alla Bce, sia sul costo del danaro, che resta inchiodato ai minimi storici, sia sul massiccio piano di stimoli all’economia, basato su acquisti di titoli di stato che proseguiranno almeno per tutto il 2017. Di chiusura del quantitative easing non si è nemmeno parlato, ha chiarito il presidente Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del consiglio direttivo.

Magari si è trattato di un direttorio più dibattuto dei precedenti, visto che stavolta le decisioni sono state prese in maniera “abbastanza consensuale”, sempre secondo il presidente. Sul tavolo c’era innanzitutto da fare un punto sulla situazione dell’economia e sulla recente forte accelerazione dell’inflazione. Anche perché, formalmente, gli stimoli della Bce servono a favorire una risalita del caro vita a livelli ritenuti accettabili.

E proprio oggi sono state diffuse le previsioni aggiornate su crescita e prezzi dei tecnici dell’istituzioni che in entrambi i casi hanno operato discrete revisioni al rialzo. Ora sul Pil è atteso un più 1,8 per cento sul 2017, più 1,7 per cento sul 2018 mentre sul 2019 è confermata la stima di un più 1,6%. Per l’inflazione ora i tecnici della Bce stimano 1,7 per cento sul 2017, 1,6 per cento nel 2018 e 1,7 per cento nel 2019.

Draghi tuttavia ha voluto mettere enfasi sul fatto che queste previsioni si basano sul presupposto che le misure in atto, specialmente gli stimoli, vengano pienamente attuate. Quindi il programma di acquisti di titoli andrà avanti al ritmo di 60 miliardi al mese fino a dicembre. Poi si vedrà, ma alcuni mesi fa il presidente aveva anticipato che difficilmente si interromperà bruscamente. L’ipotesi che resta in campo è quindi quella del “tapering”, la progressiva riduzione dello stimolo.