Lobby, studio promuove Calenda e Nencini.Sufficienza solo a Camera

Riparte il Futuro presenta "Eppur si Muove". In attesa Madia

MAR 8, 2017 -

Roma, 8 mar. (askanews) – Regolamentare il settore delle lobby. Un cammino sul quale si sono mossi positivamente il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e il viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini mentre il provvedimento che dovrebbe dotare anche l’Italia di una norma quadro nazionale è bloccato al Senato. E’ uno degli aspetti emersi dal rapporto “Eppur si muove- La regolamentazione del lobbying in Italia nel 2016” curato dalla comunità digitale ‘Riparte il futuro’, fondata nel gennaio 2013 con il supporto di Libera e Gruppo Abele, e presentato oggi a Roma presso il Centro Studi Americani.

Il 2016 si è caratterizzato come l’anno che ha fatto scoprire all’opinione pubblica l’importanza della regolamentazione del settore lobby e Riparte il futuro ha lanciato lo scorso anno la campagna #occhiaperti chiedendo l’approvazione di una legge quadro nazionale. Il primo tentativo di regolamentazione risale al 1976 (40 anni fa) e da allora si sono succeduti oltre 50 progetti di legge abortiti.

Il 2016 si è caratterizzato come l’anno che ha fatto scoprire all’opinione pubblica l’importanza della regolamentazione del settore lobby sulla quale l’associazione Riparte il futuro ha lanciato lo scorso anno la campagna #occhiaperti chiedendo l’approvazione di una legge quadro nazionale. Il primo tentativo di regolamentazione risale al 1976 (40 anni fa) e da allora si sono succeduti oltre 50 progetti di legge abortiti.

Attualmente il disegno di legge che dovrebbe dotare l’Italia di una norma quadro nazionale – si legge in una nota di Riparte il Futuro – è bloccato in Commissione Affari costituzionali del Senato; al contempo la Giunta per il regolamento della Camera ha fatto un timido tentativo introducendo un registro dei portatori d’interesse valido esclusivamente per le attività condotte all’interno di Montecitorio le cui indicazioni “attuative” – redatte dalla vicepresidente della Camera Marina Sereni – sono entrate in vigore martedì 7 marzo. Le criticità principali di questo provvedimento – secondo l’Associazione – riguardano l’assenza dell’obbligo di redazione di un’agenda pubblica degli incontri da parte dei deputati e la possibilità – per un lobbista – di operare fuori dalla sede della Camera senza venire allo scoperto. Il provvedimento riguarda infatti solo l’attività di lobbying svolta all’interno di Montecitorio, ignorando il lavoro svolto dai portatori di interesse nel secondo ramo del Parlamento, nei ministeri e negli enti locali. Per Riparte il futuro il termine previsto – 12 mesi – per il c.d. “revolving door” ( per cui ex deputati e ex membri del Governo non possono iscriversi al registro) è un po’ poco.

Al contrario il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha introdotto – anche alla luce della “vicenda Guidi”- un registro dei portatori d’interesse e un’agenda pubblica degli incontri. Riparte il futuro dà un giudizio positivo rispetto a quanto introdotto che fa seguito all’iniziativa dell’allora Ministro Mario Catania – nel 2012 – per l’introduzione di un registro dei portatori d’interesse (poi abbandonato) e a quella del Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini che nel 2015 ha introdotto l’agenda degli appuntamenti. Al 1° marzo sono ben 632 i soggetti iscritti al registro del MISE. Tra gli aspetti più positivi introdotti dal MISE Riparte il futuro evidenzia la possibilità per i cittadini di segnalare eventuali incongruenze o errori riscontrati nelle sezioni. Rispetto all’agenda degli incontri pubblici – adottata sia dal ministro che dal viceministro e dai sottosegretari – a fine febbraio 2017 sono 90 gli incontri che hanno visto impegnato il ministro Calenda con tra gli altri: Eni, Philip Morris, Piaggio, Nestlé, Enel, FCA, Fincantieri, Fastweb, etc. Mancano in questo registro i nominativi dei soggetti incontrati, cosa invece presente nell’agenda del Viceministro Nencini)

Allo stesso tempo – secondo il rapporto – il Ministro Marianna Madia ha promesso a Riparte il futuro – nell’ambito del Terzo Piano d’Azione dell’Open Government Partnership – di estendere l’iniziativa del MISE anche al proprio Ministero e a quello dei colleghi di governo.