Schultz: Starbucks non insegnerà a fare il caffè agli italiani

Ci guadagneremo il rispetto e la fiducia dei vostri consumatori

FEB 28, 2017 -

Milano, 28 feb. (askanews) – “Starbucks non viene in Italia per insegnare agli italiani come si fa il caffè. Non faremo questo, verremo qui con grande rispetto e umiltà dimostrando cosa facciamo”. E’ questa la premessa con cui il ceo e chairman di Starbucks, Howard Schultz, si è presentato questa mattina a Milano davanti ai giornalisti per “svelare” la prima caffetteria italiana, quella che aprirà nella seconda metà del 2018 proprio a Milano nel palazzo delle Poste di piazza Cordusio.

“Vogliamo aprire un negozio che catturi l’immaginazione, ma prima di tutto proveremo il più possibile a guadagnare il rispetto e la fiducia del cliente italiano, dovevamo venire a Milano”, ha aggiunto Schultz che al termine del suo discorso insieme al sindaco Giuseppe Sala e ad Antonio Percassi, che con la sua azienda sta curando l’arrivo in Italia della caffetteria, ha posto fine all’attesa: sul palazzo delle Poste è comparso un telo sul quale si legge “il mio sogno si sta avverando, see you soon. Starbucks reserve rostery, opening late 2018”.

Schultz ha ricordato gli inizi di questo sogno, come lo definisce lui stesso. “Nel 1983 quando sono venuto per la prima volta a Milano, all’epoca avevamo solo tre negozi e camminavo per le strade di Milano e mi sono innamorato dei bar e del caffè italiano. Starbucks allora vendeva caffè per uso domestico, in America non esistevano espresso e caffellatte. Io qui ho visto il senso di comunità e umanità in ogni bar e il rapporto che ha la gente col caffè”.

Ha raccontato delle sue 25mila caffetterie in 75 Paesi, Schultz ma ha precisato che la storia del colosso di Seattle “non è solo business ma anche umanità, è la storia di una azienda con valori seri e principi guida”, ricordando il suo impegno sociale con l’assunzione, da ultimo, di 10mila rifugiati nei propri store.

Anche a Milano, accadrà qualcosa di simile. Delle 350 persone che verranno impiegate darà lavoro anche a migranti e persone in difficoltà. “Grazie per il tuo business ma anche per la sensibilità sociale. A Milano – ha detto il sindaco – darà lavoro non solo ai migranti, ma torverà impiego anche chi dei nostri è in difficoltà”.

Quanto alla scelta della location è sembrata più una folgorazione che una scelta fatta a tavolino. “All’inizio pensavamod i fare uno store tradizionale di 200 metri quadrati poi un giorno camminando per Milano ho visto un palazzo spettacolare e ho chiesto informazioni. Ne abbiamo parlato con Blackstone. E così il sogno ha preso vita”, ha detto, spendendosi in ringraziamenti a partire da Antonio Percassi “che ha premesso a Starbucks di arrivare qui”, Brunello Cucinelli, Princi, Angelo Moratti e i signori Lorenzi, i fondatori della storica coltelleria di via Montenapoleone a Milano.