Italia-Russia, Fallico: business riparte da innovazione

Ma shock geopolitico ultimi anni non è archiviato

FEB 16, 2017 -

Milano, 16 feb. (askanews) – “Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a una tensione geopolitica che ha avuto conseguenze rovinose sui rapporti economico-commerciali tra l’Italia e la Russia. Oggi sembra di assistere a un nuovo inizio, anche se lo shock di questo triennio non è stato archiviato: si riparte con circa 5 miliardi di euro di esportazioni italiane in meno rispetto al 2013 e un interscambio crollato di quasi il 45%”. Lo ha sottolineato il presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico, ai lavori del quinto seminario Italia-Russia, l’arte dell’innovazione organizzato dal Consolato Generale della Federazione Russa a Milano, Conoscere Eurasia, Roscongress e Forum Economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e Pavia e Ansaldo Studio legale.

“Anche potendo contare su un possibile disgelo geopolitico – ha proseguito Fallico – su certi comparti sarà difficile tornare ai livelli pre crisi. Ma le opportunità di business, che sono rimaste latenti in questi anni, a breve si potranno con buona probabilità manifestare in tutte le loro potenzialità, a partire dai settori innovativi dell’industria italiana, della meccanica di precisione e della ricerca tecnologica”.

Secondo gli ultimi rilevamenti Istat elaborati da Conoscere Eurasia, nel 2016 le esportazioni italiane verso la Russia hanno subito una diminuzione (-5,3%) meno drastica rispetto al biennio precedente, grazie anche all’inversione di tendenza a fine anno, con dicembre che ha segnato un incoraggiante +9,2%, rispetto allo stesso mese del 2015. L’interscambio dovrebbe assestarsi attorno ai 17 miliardi con il dato a ottobre fermo a -22,6%. Nei primi 3 trimestri l’export lombardo registra una contrazione del 6,8% e un valore – nei 9 mesi – di circa 1,35 miliardi, con un interscambio di 2,5 miliardi. Tra i settori che hanno ripreso la corsa verso Mosca, quelli dell’abbigliamento e del tessile in crescita dell’8,6% (234 mln, gen-set) e della farmaceutica (+16,2%), nonostante il calo generale dei prodotti manifatturieri che hanno perso il 6,7%. In negativo, elettronica, oltre a macchinari e apparecchiature varie (339 mln), che perdono entrambi circa il 20% e i prodotti raffinati (-40,5%)

“Il modello della cooperazione tra Mosca, Milano e Roma – ha concluso Fallico – si sta trasformando e sta sollecitando un cambiamento importante che noi per primi abbiamo rilevato anni fa, ossia il passaggio dal made in al made with attraverso progetti di internazionalizzazione di imprese italiane in Russia, su cui insistono importanti piani di sostegno”.

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