Coldiretti: criminalità fa strage di ulivi centenari per la legna

Tagliati 40 ulivi centenari nel barese

DIC 5, 2016 -

Roma, 5 dic. (askanews) – La strage di ulivi secolari monumentali in Puglia da parte di bande criminali per fare business sulla legna da rivendere al mercato nero sono la punta dell’iceberg dell’allarme sicurezza nelle campagne. E’ quanto denuncia la Coldiretti in riferimento al taglio di 40 rigogliosi ulivi centenari nel barese in un appezzamento di Santo Spirito con la perdita di un patrimonio storico del territorio con pesanti effetti ance sul piano economico ed occupazionale.

“Un vile atto che ha segnato la fine dell’attività olivicola di un giovane agricoltore che – sottolinea la Coldiretti – prima di poter raccogliere nuovamente olive, dovrà aspettare anni. Ogni albero – precisa la Coldiretti – garantiva circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono stati tagliati per rivendersi la legna. Purtroppo è solo l’ultimo degli episodi di criminalità che colpiscono le campagne dove i clan agiscono sottraendo attrezzature e mezzi agricoli, abigeato di animali, furti di prodotti agricoli, danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni ma con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono anche la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Dai ladri di polli ai raid criminali organizzati con furti di intere mandrie e carichi di extravergine, intere cantine di vino svuotate, alveari scomparsi nel nulla ma anche trattori fatti sparire su commissione da bande specializzate dei Paesi dell’Est sono alcuni degli atti rilevati dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti”. Si tratta di lavorare – secondo Coldiretti – per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la Pubblica amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell’azione di repressione della criminalità.