Festival Famiglia: lavoro e figli, la sfida di diventare adulti

A Trento tre giorni di riflessione su denatalità e crescita

DIC 1, 2016 -

Trento, 1 dic. (askanews) – E’ una sfida sempre più ardua, per i giovani italiani, la transizione verso l’età adulta: l’ingresso nel mercato del lavoro lento e impervio, la continuità di reddito che appare il più delle volte un miraggio. Fattori che rendono difficile se non impossibile l’aspirazione a costruirsi una famiglia e spingono a rinviare la decisione di fare figli: le nascite in Italia sono passate dal milione e più del 1964 al mezzo milione scarso del 2015.

E’ un problema che impone una riflessione concreta sulle lacune delle politiche pubbliche guardando però alle buone pratiche messe in campo dai territori. Di questo si discute al quinto Festival della Famiglia, organizzato a Trento dalla dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dalla PaT, la Provincia autonoma. “La famiglia oggi arriva dopo che è arrivato il lavoro: questo ci dicono i dati – ha detto Sara Ferrari, assessore Università, Ricerca e Politiche giovanili Provincia Autonoma di Trento – E allora la prima azione da fare è creare opportunità e strumenti per arrivare all’occupazione”.

Opportunità di lavoro prima di tutto, dunque, ma la transizione verso l’età adulta nell’Italia del nuovo Millennio, richiede anche un superamento più consapevole di vecchi modelli e vecchi ruoli da parte di giovani, istituzioni e famiglie, come spiega Luigi Bobba, sottosegretario Ministero del Lavoro e Politiche sociali intervenuto al Festival. “Credo ci sia bisogno di un cambio culturale – ha sottolineato il sottosegretario – prima di tutto delle scelte più mirate quando ci si iscrive alla scuola: in molti casi i giovani scelgono percorsi che poi non corrispondono né alle loro vocazioni né a delle possibilità concrete nel mercato del lavoro. Allora scegliere bene è essenziale per non perdere tempo. Secondo gli adulti devono avere un approccio positivo nei confronti della realtà giovanile. E non considerarla sempre un disagio o un problema. E invece scommettere sulle risorse che le generazioni più giovani sono in grado di mettere in campo. Terzo facilitare l’uscita dei giovani dalle famiglie. Perché una permanenza eccessiva in casa in qualche modo crea un involucro che, anziché mettere alla prova, lascia i giovani in una bambagia che non va bene”.

In uno scenario pieno di dubbi, il Trentino però, che dal 2011 ospita il Festival, è uno dei territori che è riuscito a realizzare una strategia che ha prodotto una situazione in controtendenza, positiva, rispetto alla media nazionale. Una strategia replicabile. “Noi abbiamo messo in campo una serie di azioni che cercano di investire sul capitale formativo dei nostri giovani e che poi offre loro alcune opportunità di uscita dalla famiglia – ha ricordato Ferrari – contratti di coabitazione tra giovani, potenziamento del servizio civile come occasione per sperimentarsi e capire chi si è e quali sono le proprie potenzialità; e occasioni di supporto e incentivo all’imprenditorialità giovanile”.