Asst Monza, è possibile curare a casa linfomi aggressivi

Reinserimento in famiglia riduce effetti negativi ospedalizzazione

NOV 30, 2016 -

Roma, 30 nov. (askanews) – Curare linfomi aggressivi a casa, con la possibilita di fare infusioni di chemioterapia in maniera continuativa, senza essere ricoverarti. Per l’azienda socio sanitaria territoriale Asst di Monza questo oggi e possibile.

“Inizialmente i pazienti venivano ricoverati per una settimana ogni 21 giorni per sei cicli – spiega Pietro Pioltelli, direttore dell’Unità di Ematologia dell’ospedale San Gerardo di Monza – con evidenti difficoltà psicologiche per il paziente legate ai continui accessi in ospedale e logistiche per i medici, talvolta impossibilitati a causa dell’assenza di posto letto a garantire i tempi del riciclo e il conseguente mantenimento dell’intensità di dose, principale parametro che correla con l’esito del trattamento”.

In Italia il principale problema per questo tipo di infusione era rappresentato dal timore dei farmacisti di mischiare quattro farmaci chemioterapici in un’unica sacca.

“I colleghi americani – prosegue Pioltelli – ci hanno inviato i lavori che dimostravano la stabilità dei farmaci in questa formulazione. Abbiamo quindi preso contatti con un’azienda che ci ha fornito pompe infusionali e kit di trasporto (marsupio o zainetto) in comodato d’uso”.

“Un passo avanti nella cura dei linfomi – sottolinea Matteo Stocco, direttore generale della Asst di Monza – con risultati incoraggianti e un passo avanti verso una medicina più umana, più capace di integrare clinica e vita, più rispettosa delle persone, con rapporti meno asimmetrici e più soddisfacenti. Per questo motivi la nostra decisione di curare il paziente a casa. Il reinserimento nell’ambito familiare e sociale riduce gli effetti negativi della ospedalizzazione, quindi i disagi di ordine psicologico, economico e sociale per il paziente e per la sua famiglia e l’individuo e la comunità diventano attori del processo di salute”.