L’Ocse “tifa” sì al referendum e appoggia flessibilità sui conti

E ritocca lievemente in meglio le previsioni di crescita sul 2017

NOV 28, 2016 -

Roma, 28 nov. (askanews) – Dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico arriva un doppio assist al governo. Il primo, e forse anche il più scontato, è nel chiaro auspicio di un voto favorevole al referendum sulle riforme costituzionali. “Rappresenterebbero un passo in avanti, dato che semplificherebbero il processo legislativo e chiarirebbero la suddivisione di responsabilità tra Stato e amministrazioni locali che ha intralciato gli investimenti pubblici e privati”, recita il capitolo sull’Italia dell’ultimo Economic Outlook.

Una posizione coerente con la linea che per anni ha visto l’Ocse sostenitrice e promotrice delle riforme, non solo in Italia ovviamente. Lo studio dà atto dei progressi compiuti dall’esecutivo su mercato del lavoro, pubblica amministrazione e scuola. E chiede di “continuare e rafforzare le riforme strutturali. Sarà fondamentale – si legge – per alzare gli standard di vita di tutti gli italiani. In particolare “molto può esser fatto per rendere il sistema fiscale più equo ed efficiente, a cominciare dal ridurre in maniera permanente i contributi sui redditi più bassi e spostando la tassazione su consumi e proprietà immobiliare”.

L’Ocse ha anche confermato le previsioni di crescita economica del Belpaese allo 0,8 per cento quest’anno, mentre ha ritoccato al rialzo di un decimale la stima del Pil 2017 al più 0,9 per cento. Sul 2018 pronostica infine un più 1 per cento. Il tasso di disoccupazione è atteso all’11,5 per cento quest’anno, all’11 per cento nel 2017 e sotto questa soglia, al 10,7 per cento nel 2018. Ma la crescita dell’occupazione dovrebbe mostrare una attenuazione, dal più 1,4 per cento previsto quest’anno allo 0,9 per cento il prossimo e allo 0,6 per cento nel 2018.

Il secondo assist riguarda il braccio di ferro che l’Italia ha in corso da mesi con la Commissione europea sui conti pubblici, e la flessibilità supplementare invocata sul Bilancio 2017. L’ente parigino prevede che il deficit di bilancio cali al 2,4 per cento del Pil quest’anno, mantenendosi su questo livello nei due anni successivi. L’incidenza del debito pubblico sul Pil segnerà una limatura quest’anno, al 132,1 per cento dal 132,4 per cento del 2015, per poi segnare un 132,3 per cento nel 2017 e un 132 per cento secco nel 2018.

“Il governo punta a negoziare con l’Unione europea un margine di bilancio pari allo 0,4 per cento del Pil sulla base di circostanze eccezionali legate al recente terremoto, alla crisi dei rifugiati e agli investimenti in infrastrutture. I bassi tassi di interesse e la lieve espansione economica manterranno il deficit al 2,4 per cento del Pil su 2017 e 2018. Questa linea – dice l’Ocse – è ampiamente appropriata”. A condizione i margini disponibili vengano usati per favorire la ripresa.