Mercati, quasi 500 mln persone vivono in Paesi con tassi sottozero

Kingston (S&P Global): sono segnali disperati con potenziali danni

AGO 18, 2016 -

Roma, 18 ago. (askanews) – Quasi 500 milioni di persone vivono oggi in Paesi con politiche di tassi di interesse negativi . E’ quanto emerge dalle cifre pubblicate da Standard & Poor’s Global, consociata del colosso Usa dei rating, che ha pubblicato una serie di report sull’impatto dei tassi di interesse negativi sui mercati finanziari e le economie globali.

L’analisi di S&P si focalizza su come i tassi di interesse negativi siano diventati lo strumento preferito delle banche centrali e dei governi per stimolare le economie in cui la crescita sembra del tutto immune alle misure fiscali e monetarie tradizionali, e sui possibili effetti della loro applicazione.

“I tassi di interesse negativi sono stati a lungo considerati da molti economisti una strategia radicale o addirittura una impossibilità matematica. Tuttavia alcune fra le più importanti economie a livello globale stanno guardando con crescente interesse ai tassi negativi per far ripartire le economie in stallo, avendo a disposizione altri strumenti a impatto limitato o considerati “politicamente impraticabili”, ha dichiarato in una nota John Kingston, Director di Global Market Insights, S&P Global e responsabile progetto per il report. “Tuttavia il percorso verso un contesto di tassi negativi, in ogni circostanza presa in considerazione, è chiaramente un segnale disperato, con una serie di potenziali danni economici derivanti da queste politiche”.

“L’implementazione di tassi negativi da parte delle banche centrali – sottolinea l’economista – ha raggiunto proporzioni senza precedenti, e riflette sia i limiti delle precedenti politiche monetarie non convenzionali, sia una generale incapacità di utilizzare gli stimoli fiscali per dare inizio alla crescita economica” conclude Kingston. “Tuttavia riteniamo che questo approccio politico estremo avrà delle conseguenze, volute e non, per i mercati, gli equilibri macroeconomici, gli investitori, i consumatori e i decisori politici”.

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