Banche Ue superano stress test, salvo Mps che però lancia maxi riassetto

E' l'unica a ritrovarsi con Cet1 negativo in scenario avverso

LUG 29, 2016 -

Roma, 29 lug. (askanews) – Come ampiamente previsto, con l’eccezione di Monte Paschi di Siena, che per diversi motivi è un caso a sé stante, le banche italiane e quasi tutte le 51 banche europee coinvolte hanno mostrato risultati soddisfacenti ai nuovi test di resistenza. Secondo i risultati pubblicati (con una certa fatica tecnica) dall’Eba, praticamente tutte, salvo il caso senese, riuscirebbero anche in caso di scenario avverso a mantenere coefficienti patrimoniali superiori alla soglia limite che era stata fissata negli stress test precedenti – quelli del 2014 – il 5,5 per cento.

Questi i valori chiave per le banche della Penisola. Nel caso di scenario avverso UniCredit si ritroverebbe con un coefficiente Cet1 al 7,1%, Intesa SanPaolo al 10,2%, Banco Popolare al 9%, Ubi Banca all’8,8%. Mps è invece l’unico caso in Europa di Cet1 negativo, al meno 2,2 per cento e al meno 2,4% considerando un “Fully loaded Common Equity Tier 1 ratio”.

Monte dei Paschi di Siena esce infatti come l’unico caso di apparente “bocciatura” nella simulazione, l’unica con un Cet1 addirittura negativo e oltre 14 punti più basso rispetto a quello che ottiene nello scenario di base, peraltro un solido 12 per cento. In realtà non si può nemmeno parlare di bocciatura, perché come anzi detto in questa simulazione non era stata indicata una soglia minima da rispettare.

Ma soprattutto la banca senese ha appena presentato un piano di ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro, con il contestuale smaltimento dell’intero portafoglio dei crediti deteriorati. Una operazione giunta sul filo di lana, ma che modificherà radicalmente la situazione patrimoniale rispetto a quella sottoposta alla simulazione, che era quella che risultava a fine 2015.

Altre “quasi bocciature” riguardano l’irlandese Allied Irish Banks, che perde quasi 10 punti di Cet1 con lo scenario avverso al 7,4 per cento e finisce sotto il limite 2014, con un 4,3 per cento, se si guarda al “Fully Loaded”. E come rileva il Financial Times, non se la cava bene nemmeno Royal Bank of Scotland, il Cet1 del 15,9 per cento dello scenario base cade all’8,1 per cento con lo scenario avverso.

Infine, l’altra “sorvegliata speciale” assieme a Mps, Deutsche Bank, se la cava con un Cet1 al 7,8 per cento nello scenario negativo, a fronte del 12,1% di base. E’ noto che la sovraesposizione del gruppo tedesco ai prodotti finanziari derivati non costituiva un handicap in questa simulazione, a differenza degli elevati crediti deteriorati della banche italiane.

Soddisfatta la Bce, secondo cui gli stress hanno mostrato un miglioramento della robustezza delle istituzioni del credito. “A parte una eccezione, tutte le banche mostrano dei coefficienti patrimoniali Cet1 ben superiori alla soglia di riferimento del 5,5 per cento utilizzata nel 2014 sullo scenario avverso. Questo – recita una nota – riflette la robustezza dei livelli patrimoniali complessivi”. E soddisfatta la Banca d’Italia. “Nonostante la severità dell’esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni, quattro delle cinque principali banche italiane comprese nel campione Eba mostrano una buona tenuta”, recita un comunicato di Via Nazionale.

Paradossalmente, ciò che proprio non ha retto allo stress del test, almeno nei primi minuti, è stato il sito internet della stessa Eba. Molto probabilmente a causa del traffico superiore al normale, per diversi minuti dopo le 22, quando sono stati formalmente sbloccati i risultati, il portale dell’autorità continuava ad essere paralizzato.

Lunedì il giudizio ai mercati. Intanto le chiusure in Borsa state tutte “fiduciose” sulle italiane coinvolte. Mps ha messo a segno un più 6,28 per cento; UniCredit ha chiuso al più 5,89 per cento; Intesa Sanpaolo con un più 3,52 per cento; Banco Popolare al più 3,28 per cento e Ubi banca con un più 1,25 per cento.