I 4 assist all’Italia del Fmi, che boccia “bail in” Ue su banche

E si schiera contro linea tedesca su limiti a titoli di Stato

LUG 8, 2016 -

Roma, 8 lug. (askanews) – Se non è una richiesta di revisione delle regole sul bail in poco ci manca. Nel suo rapporto annuale sull’area euro, il Fondo monetario internazionale non solo richiama l’Ue a più miti consigli sui limiti agli aiuti di Stato alle banche, raccomandando “flessibilità quando l’intervento pubblico sia giustificato” (in situazioni di crisi). Non solo appoggia apertamente i meccanismi di supporto allo smaltimento dei crediti deteriorati, esattamente come il fondo Atlante in Italia. Ma si schiera a favore della Penisola anche su altre altre due questioni chiave, nel dibattito dove spesso Roma si trova opposta all’intransigenza della Germania.

La prima è il problema dell’autosalvataggio, il famigerato “bail in” previsto dalla direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie (Brrd). Innanzitutto, secondo il Fmi bisogna “limitare le sorprese da bail in” e questo richiede “una chiara comunicazione” sulle differenze di trattamento tra classi e tipologie di creditori. “Oppure andrebbe stabilita una modalità di trattamento unica”.

Implicitamente, quello che dice il rapporto è che su questo aspetto l’Ue non ha dato adeguata pubblicità alle nuove norme. E che potrebbero essere addirittura inadeguate.

Inoltre “le autorità di risoluzione Ue e nazionali dovrebbero stabilire più rapidamente i requisiti minimi di fondi propri e sulle attività ad essi ammissibili per chiarificare come si potrebbero assorbire le perdite nelle banche”. Si tratta di nuovo di osservazioni critiche e questo risvolto negativo diventa ancora più chiaro quanto il Fmi aggiunge che “in generale l’incertezza regolamentare sui nuovi requisiti andrebbe ridotta in modo da consentire alle banche una transizione morbida”. Ovvero: la transizione non è stata morbida.

Infine, e questa forse è la richiesta che più implicitamente pende per una revisione, “per assicurare che la Brrd funzioni ordinatamente durante una crisi, le autorità di vigilanza e risoluzione dovrebbero testare come opererebbero il bail in e il coordinamento transfrontaliero, specialmente su banche grandi e articolate”. In altri termini, secondo il Fmi le autorità Ue non hanno la minima idea di cosa succederebbe applicando queste regole in un quadro di crisi dimensionalmente serio.

Il secondo aspetto chiave su cui il Fmi si schiera a favore della linea italiana (e non solo), e contro quella tedesca, è sull’imposizione di limiti al possedimento di titoli di Stato da parte delle banche, o esposizione al rischio sovrano. Da tempo la Germania preme perché in Europa si piantino paletti più stringenti. L’Italia, la Francia e altri Stati si sono opposti e su questo alla fine sono riusciti a far schierare dalla loro parte anche la Commissione europea. Si è così concluso che la questione vada affrontata a livello globale presso il Comitato di Basilea.

Secondo il Fmi un inquadramento più prudenziale dell’esposizione sovrana delle banche potrebbe essere preso in cosiderazione e, attuato gradualmente”. Ma questo, precisa il rapporto “seguendo le linee guida del riseame internazionale avviato dal Comitato di Basilea”. In pratica, viene bocciata l’idea tedesca che l’Europa possa muoversi da sola su questo terreno.