Enea, al Gse focus meccanismi incentivazione efficienza energetica

Come fare decollare la filiera a livello nazionale

LUG 7, 2016 -

Roma, 7 lug. (askanews) – Far decollare pienamente la filiera dell’efficienza energetica a livello nazionale, superando le barriere di accesso al credito e della scarsa conoscenza degli incentivi disponibili e dei potenziali risparmi conseguibili. Questi temi sono stati al centro del convegno “Le leve per l’efficienza energetica tra finanza pubblica ed investimenti privati”, che si è svolto oggi a Roma presso l’auditorium del GSE, al quale hanno partecipato Enrico Morando, viceministro dell’Economia e delle Finanze, Federico Testa, presidente dell’Enea, Alessandro Ortis, presidente degli Stati Generali dell’Efficienza Energetica, e Antonio Negri, direttore Efficienza Energetica e Energia Termica del GSE, oltre a rappresentanti della BEI, Cassa Depositi e Prestiti, Mediocredito Italiano, APRE, Ministero dell’Ambiente e altri esperti del settore.

“Questo Governo ha come obiettivo fondamentale aiutare il Paese a tornare a crescere in maniera stabile e significativa e in questo contesto l’efficienza energetica può svolgere un ruolo importante – afferma il viceministro all’Economia Enrico Morando -. In questa sfida occorrerà supportare tutta la PA, in particolare quella locale che fatica a dotarsi di competenze tecniche per progettare interventi di efficientamento adeguati. È auspicabile quindi avviare in tempi rapidi una collaborazione solida tra PA e ricerca pubblica, con l’ENEA come capofila per contribuire a colmare questo deficit progettuale e per svolgere un compito rilevante anche nella valutazione dei progetti di efficienza energetica con l’obiettivo di facilitarne l’accesso al credito”.

“In Italia l’efficienza energetica può diventare una leva importante per la ripresa economica e dell’occupazione, con una filiera nazionale che non ha nulla da invidiare agli altri Paesi – sottolinea Federico Testa, presidente dell’Enea -. La sfida di oggi sta nella ‘deep renovation’ di condomini fortemente energivori costruiti principalmente tra gli anni ’50 e ’70, che rappresentano la maggioranza degli edifici residenziali del nostro Paese. Se interveniamo con piani di ristrutturazione ‘profonda’ possiamo abbattere i consumi energetici fino al 60%, con un potenziale enorme sia economico che sociale, visto che comporterebbe la riqualificazione di interi quartieri spesso degradati delle nostre città, dove abitano milioni di famiglie”.”Per coinvolgere i nuclei familiari che non sono in grado di affrontare spese di riqualificazione energetica – aggiunge Testa – la nostra proposta consiste nella creazione di un fondo pubblico al quale possa ‘attingere’ l’amministratore di un condominio per sostenere le spese al posto dei singoli proprietari. Al fondo andrà il vantaggio fiscale che oggi è riconosciuto a ciascun privato, trasformando la detrazione fiscale in credito d’imposta. Il pagamento dei costi residui degli interventi di riqualificazione avverrebbe attraverso la bolletta energetica dei privati”.

“Per aumentare la capillarità dei piani di ristrutturazione ‘profonda’ – conclude Testa – dobbiamo cercare di mobilitare maggiormente i capitali privati, attivando sinergie tra sistema creditizio, società specializzate nel settore, come le ESCo, e enti terzi, come l’Enea, che garantiscano la qualità degli interventi da finanziare, in termini di tecnologie e risparmi conseguibili. Oltre a rilanciare settori strategici come l’edilizia, questo circolo virtuoso permetterebbe di rendere efficienti energeticamente anche grandi comparti della pubblica amministrazione, compresi luoghi della cultura e scuole”.