Il Financial Times: “Dopo la Brexit potrebbe toccare all’Italia”

Se uscisse dall'euro come vuole Grillo sarebbe la vera catastrofe

GIU 27, 2016 -

Roma, 27 giu. (askanews) – Dopo la Brexit “l’Italia potrebbe essere il prossimo tassello di domino a cadere”. E’ il poco incoraggiante titolo di un editoriale del Financial Times, firmato da Wolfgang Munchau, spesso prodigo di previsioni catastrofistiche (qualcuno potrebbe annoverrarlo tra i “gufi”) e che sicuramente in questo articolo non si smentisce.

Fa un parallelismo tra il referendum appena tenuto in Gran Bretagna sulla Brexit, quello previsto (finora) a ottobre in Italia sulle riforme costituzionali – su cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha messo in gioco il suo futuro politico – e il referendum che il leader il leader dei 5 Stelle, Beppe Grillo, ha appena ribadito di voler svolgere sull’euro.

Da tutto questo si spinge ad ipotizzare una uscita dell’Italia dalla valuta unica. Ebbene “innescherebbe in poco tempo un completo collasso dell’eurozona. Probabilmente – profetizza Munchau – porterebbe allo shock economico più violento della storia, superando la bancarotta di Lehman Brothers nel 2008 e anche il crash di Wall Street del 1929”.

“E la mia sensazione – aggiunge – è che coloro che sosterebbero l’uscita dall’euro gradirebbero che l’intero edificio crollasse”. Secondo l’autore le probabilità che tutto questo si verifichi non sono remote. “I risultati delle recenti comunali a Roma e Torino dimostrano che non bisogna sottovalutare il partito di Grillo”.

Invece “l’establishment politico italiano minimizzava fino a venerdì scorso le possibilità di Brexit. Continua a minimizzare le possibilità di una vittoria dei 5 stelle e lo farà fino al omento in cui si dovesse verificare”.

Gli italiani hanno buoni motivi per invocare il cambiamento. “A differenza che in Gran Bretagna, la disoccupazione resta elevata. Il governo guidato da Renzi non è riuscito a compiere una svolta sugli scandali per corruzione e, soprattutto, non è riuscito a rilanciare l’economia”.

Per questo, per scongiurare questo scenario apocalittico “i leader europei dovrebbero prendere in seria considerazione di fare quello che non sono riusciti a compiere dal 2008: risolvere le crisi multiple dell’Unione piuttosto che barcamenarsi. E questo – avverte Munchau – richiede un piano per una unione politica dei Paesi di Eurolandia”.