Sanità, oltre 11 mln italiani rinunciano o rinviano cure

Ricerca Censis-Rbm Salute: sale a 34,5 mld spesa sanitaria privata

GIU 8, 2016 -

Roma, 8 giu. (askanews) – Continua a lievitare il numero degli italiani che rinunciano o rinviano le prestazioni sanitarie. Erano 9 milioni nel 2012 e oggi è un esercito di oltre 11 milioni. Il dato emerge dalla ricerca realizzata dal Censis e da Rbm Salute e presentata in occasione del Welfare Day, iniziativa promossa dalla compagnia di assicurazione e giunta alla sesta edizione. La ricerca mette in risalto che c’è “meno sanità pubblica, più sanità privata e anche meno sanità e quindi anche meno salute per chi ha difficoltà economiche o comunque non riesce a pagare di tasca propria le prestazioni nel privato o in intramoenia”.

L’universo della sanità negata “non accenna a prosciugarsi e anzi tende a dilatarsi, di fronte ad una nuova geografia della sanità fatta anche di alte barriere e nuovi confini nell’accesso al pubblico e obbligo di fatto di comprare prestazioni sanitarie. Ampia è ormai l’area sociale che semplicemente non riesce a finanziarsi le prestazioni di cui avrebbe bisogno”.

Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute, lancia un appello al ministro Lorenzin affinchè vengano coinvolte tutte le parti per definire nuove regole per una riforma della sanità integrativa. “Può essere di grande utilità l’avvio da parte del ministero di un dialogo diretto con chi oggi è protagonista di questo settore attraverso un tavolo tecnico o un gruppo di lavoro che metta insieme compagnie di assicurazione e fondi sanitari (che, peraltro, nel 60% dei casi dei affidano la copertura dei rischi e l’erogazione delle proprie prestazioni sanitarie proprio al settore assicurativo) per rilevare – anche a partire dagli studi presentati in questi ultimi anni – le specificità e le dimensioni economiche di questo settore e favorire la costruzione di un secondo pilastro sanitario più equo, effettivo ed universalistico”.

Altro trend che viene confermato dalla ricerca è la continua crescita della spesa sanitaria privata. L’anno scorso ha raggiunto i 34,5 miliardi di euro con un aumento in termini reali del 3,2% rispetto al 2013. Il ruolo della sanità a pagamento dunque conferma la costante crescita tra i cittadini. Oltre 10 milioni gli italiani che dichiarano di aver fatto maggior ricorso al privato negli ultimi anni.

La crescita è determinata soprattutto dalla lunghezza delle liste d’attesa. Altre motivazioni sono la contrazione della matrice di prestazioni offerte dal servizio sanitario pubblico, ragioni di comodità legate agli orari o all’apertura nel week end.