Il latte è quasi tutto straniero, l’Italia vuole l’etichetta d’origine

Pure la mozzarella è fatta con i derivati che vengono dall'Est

MAG 31, 2016 -

Milano, 31 mag. (askanews) – “Con oggi ufficializziamo che l’Italia porta in etichetta l’origine del latte e dei suoi derivati. Ã? una tappa storica per il mondo dei produttori e degli allevatori ed è necessario per garantire sempre di più e sempre meglio i nostri allevatori in questo momento molto difficile per la crisi del latte che sta vivendo tutta l’Europa”. Lo ha detto il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina in occasione del World milk day organizzato dalla Coldiretti. Su contraffazione e falso Made in Italy, “dovremo chiedere fuori dal contesto europeo degli accordi, bisogna alzare l’asticella ed è quello che stiamo facendo”, ha detto Martina.L’Italia è diventata il piu’ grande importatore di latte nel mondo con il risultato che oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta.Dalle frontiere italiane passano – sottolinea la Coldiretti – ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori.Nell’ultimo anno hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall’estero, pari al 10 per cento dell’intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall’Est Europa che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco.“L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, dei formaggi o dello yogurt non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy.int4