Padoan: debito pubblico Italia si è fermato, ora scenderà rapido

Mancato calo quest'anno dipende da inflazione più bassa di attese

MAG 25, 2016 -

Bruxelles, 25 mag. (askanews) – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito oggi a Bruxelles che la mancata riduzione del debito pubblico italiano nel 2016 è dovuta al recente ulteriore rallentamento dell’inflazione nel Paese, che ha inciso sul denominatore del rapporto debito/Pil; ma, ha sottolineato il ministro, il debito si è comunque fermato e ora comincerà a “scendere rapidamente.

“Rispetto a qualche mese fa – ha spiegato il ministrorispondendo a una domanda durante la sua conferenza stampa a margine dell’Ecofin oggi a Bruxelles – l’inflazione in Italia si è rivelata molto più bassa di quella attesa, e dunque la crescita nominale (del Pil, ndr) è stata più bassa. Ed è la crescita nominale, non quella reale, che incide sulla diminuzione del debito”

“Detto questo – ha proseguito Padoan – noi continuiamo a prevedere per il 2016 un inizio di discesa del debito; e questo dipende da una diversa valutazione che noi facciamo in tema di privatizzazioni, rispetto a quella delle istituzioni internazionali (inclusa la Commissione Ue, ndr). Intanto, e questo è riconosciuto da tutti, il debito si è stabilizzato, cioè ha smesso di crescere, e non potrà stare fermo per molto tempo, dovrà cominciare a scendere e scenderà – ha sottolineato – molto rapidamente”.

Durante la riunione dei ministri finanziari, ha poi riferito Padoan, non c’è stata una discussione sulle decisioni prese dalla Commissione europea mercoledì scorso riguardo ai bilanci degli Stati membri e alle raccomandazioni specifiche per paese, perché “se ne parlerà in modo dettagliato alla prossima riunione in giugno a Lussemburgo”. Per il ministro dell’Economia, comunque, “la novità più importante” è che “non c’è stata una discussione specifica sull’Italia” e sulla flessibilità che le è stata concessa, mentre sono stati nominati “altri paesi”, presumibilmente Spagna e Portogallo, che hanno ottenuto un anno in più per conseguire gli obiettivi di riduzione del defict che avrebbero dovuto raggiungere quest’anno.