Bce elogia l’Italia sulle riforme delle banche e sul fondo Atlante

Misure aiutano le fusioni, che in Europa restano troppo poche

MAG 24, 2016 -

Roma, 24 mag. (askanews) – Elogi all’Italia dalla Bce, sia per le riforme effettuate sulle banche popolari e sulle banche di credito cooperativo, sia per il fondo Atlante sulla gestione dei crediti deteriorati. Le riforme in partiocolare “possono aiutare a creare condizioni più favorevoli alle fusioni”, afferma l’istituzione nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria. Fusioni di cui secondo la Bce c’è un gran bisogno in Europa, laddove al momento non si vede granché, specialmente a livello trans frontaliero. Salvo alcune grandi operazioni viste proprio sulle popolari in Italia e sul credito cooperativo in Germania.

“Nei sistemi bancari più frammentati ulteriori consolidamenti potrebbero apportare alcuni benefici sulla redditività, aumentando le sinergia su costi e ricavi. La bassa concentrazione, combinata con livelli di incidenza dei costi sui ricavi superiori alla media in alcuni settori bancari, suggeriscono – dice la Bce – che vi siano margini per guadagnare in efficienza tramite consolidamenti, senza esacerbare il problema delle banche troppo grandi per poter esser lasciate fallire (too-big-to-fail)”.

“In questo ambito, iniziative prese a livello nazionale per migliorare la corporate governance in alcuni settori bancari dell’area euro, come la riforma delle banche popolari e delle banche di credito cooperativo in Italia, possono aiutare a creare un ecosistema più favorevole alle fusioni. Nonostante alcune fusioni di ampia portata recentemente annunciate nei settori delle banche cooperative in Germania e delle popolari in Italia, complessivamente ad oggi i progressi sui consolidamenti restano limitati – rileva la Bce – specialmente nelle operazioni trans frontaliere”.

Il Fondo Atlante poi rappresenta uno “sviluppo positivo”, secondo la Bce. Mentre in generale “in vari Paesi servono altri progressi rilevanti per abbassare i crediti deteriorati a livelli gestibili”. La Bce ricorda che le banche con livelli più elevati di crediti deteriorati (Npl, o Non performing loans) tendono ad erogare meno prestiti. E che quindi “è necessario compiere progressi più rapidi nella loro gestione, mentre cessioni e svalutazioni di Npl restano moderate. In qualche misura nell’area euro il tasso di svalutazioni e cessioni è aumentato nel 2015, anche se i progressi restano piuttosto disomogenei tra Paesi”.

Secondo la Bce anche le riforme operate sulle procedure fallimentari sono sviluppi positivi. Mentre in generale a impedire progressi più rapidi sul ridimensionamento dei crediti deteriorati contribuiscono “i limitati margini di alcune banche a sopportare altre perdite”.