Banche, Padoan: ecco perchè non è momento per tetto su titoli Stato

D'accordo anche l'economista André Sapir, che lo crede necessario

MAG 2, 2016 -

Bruxelles, 2 mag. (askanews) – Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha incrociato oggi il fioretto con l’economista belga André Sapir, sulla questione del tetto che la Germania vorrebbe mettere ai titoli di Stato detenuti dalle banche, durante una conferenza all’Istituto di Studi europei (Iee) dell’Università libera di Bruxelles. Sapir, ex presidente dell’Iee e per lungo tempo consigliere economico della Commissione europea sotto i presidenti Romano Prodi e José Manuel Barroso, è favorevole all’iniziativa tedesca, che Padoan ha invece fieramente contrastato durante il dibattito dell’Ecofin informale di Amsterdam del 23 aprile scorso.

“Io non sono mortalmente contrario” all’idea di limitare l’esposizione delle banche al “rischio sovrano”, ha precisato Padoan rispondendo a una domanda dal pubblico; ma, ha spiegato, “questa questione è stata sollevata nell’ambito del dibattito sull’Unione bancaria europea”, per la cui costruzione “c’è un’agenda piena” di cose ancora da fare. In particolare, ha ricordato, mentre ci sono già misure tecniche che tengono conto del rischio sovrano nelle banche, sono ancora da approvare il sistema di garanzia europea dei depositi e il fondo comune di risoluzione delle crisi bancarie, “e non credo – ha osservato il ministro – che sia una priorità la limitazione del rischio sovrano”.

“Sono d’accordo – ha proseguito Padoan – sul fatto che ci voglia un equilibrio fra le misure di mitigazione e quelle di mutualizzazione del rischio. Ma proprio per conseguire quest’equilibrio bisogna spingere ora più sulla condivisione del rischio”, perché ciò che è stato fatto finora è andato quasi esclusivamente nel senso della sua riduzione.

“E comunque – ha continuato il ministro – è una questione di cui deve occuparsi semmai il Comitato di Basilea” sulle norme bancarie internazionali.

Inoltre, ha aggiunto Padoan, “ogni misura che tocca i portafogli delle banche naturalmente genera reazioni sui mercati, e noi oggi viviamo ancora in una situazione fragile, sono preoccupato dalle conseguenze che potrebbero esserci sulla stabilità finanziaria”, e questo è importante, ha concluso il ministro, in particolare per l’Italia.

André Sapir si è detto d’accordo con Padoan sul fatto che “il timing non è ideale” per affrontare la questione, ma ha ricordato che l’esposizione del sistema bancario al rischio sovrano “prima della crisi non era sufficientemente considerata”, e ha sottolineato che è attualmente “molto alta, e non solo in Italia”.

“Perché penso che sia una buona idea, quando sarà il momento? per due ragioni. La prima è che questa misura riduce il rischio, ed è un rischio che esiste in particolare nell’Eurozona e che non si trova in altre parti del mondo. E quindi, se ne può parlare a Basilea, ma ci sono delle specificità che riguardano solo l’Eurozona e che meritano un’attenzione speciale. La seconda è che dobbiamo chiederci se sia giusto, mentre stiamo creando l’Unione bancaria, continuare ad avere dei sistemi bancari nazionali diversi fra loro e in molti casi strettamente legati ai governi”.

Insomma, secondo Sapir “questo è un elemento che dobbiamo prendere in conto: dove vogliamo che sia – ha chiesto – il sistema dell’Unione bancaria fra 10 anni? Rischiamo che entri in conflitto le logiche nazionali in cui operano i diversi sistemi nazionali. E l’esposizione delle banche al rischio sovrano è al centro di questa contraddizione ed è un problema che va affrontato”, ha concluso l’economista.