Bankitalia, Rossi: con norme bail-in rischi per stabilità banche

Lo schema di risoluzione presenta problemi di applicazione

APR 7, 2016 -

Roma, 7 apr. (askanews) – Le norme sulla risoluzione delle crisi bancarie mettono a rischio la stabilità sistemica. E’ l’allarme lanciato dal direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, nel corso di un convegno sull’unione bancaria ad Altavilla Vicentina. “Lo schema unico di risoluzione delle crisi bancarie – ha detto Rossi – è in funzione da poco ed è diverso dal progetto originario. Presenta problemi di applicazione e rischi per la stabilità sistemica. Il sistema unico di tutela dei depositi non c’è e le discussioni sul suo disegno sono ancora accese”.

Il direttore generale di Bankitalia traccia un bilancio deludente sul percorso per la creazione dell’unione bancaria europea. “L’Unione Bancaria finora realizzata non è dunque né perfetta né completa. Le sue difficoltà – ha indicato – sono quelle dell’intera Unione Europea. Chi ne vede l’irrinunciabilità e ne ha a cuore il destino deve lavorare con rinnovata determinazione a rafforzarla”.

Rossi rileva che si è capito da subito il “conflitto geopolitico” che da anni lacera l’Europa avrebbe “contaminato” l’attuaione del progetto di unione bancaria. Rossi ha ricordato che il principio fondante della nuova disciplina sui salvataggi bancari “non è le banche europee sono una questione europea, ma il contribuente va tutelato dalle crisi bancarie, quelle del proprio paese e soprattutto quelle degli altri paesi”. Dunque l’onere di una crisi bancaria va sopportato non più dal contrbuente ma dal risparmiatore/investitore.

“Le prime applicazioni di questo schema – ha detto Rossi – in Portogallo e in Italia ne hanno mostrato limiti e rischi”. Il dg di Bankitalia ha quindi evidenziato che “non è da discutere il principio, sacrosanto, della tutela del contribuente, ma se ne può e se ne deve discutere un’applicazione rigida e meccanica in un contesto di tutela altrettanto riguda, quando non malintesa e analiticamente sbagliata, della concorrenza sul mercato bancario”. Come se le banche “fossero imprese come tutte le altre, un supermercato o un’agenzia di pubblicità”.

Rossi ha ricordato anche l’impegno dell’Italia nel negoziato evidenziando la necessità di applicare il bail-in soltanto a titoli di nuova emissione contenenti una espressa clausola contrattuale. Inoltre il Mef e la Banca d’Italia avevano sostenuto “la necessità di differire al 2018 l’entrata in vigore delle nuove norme”. “La pressione politica proveniente dai paesi del Nord Europa prevalse”.

Anche sullo schema unico di tutela dei depositi il bilancio dei progressi è deludente. La garanzia europea sui depositi rappresenta il secondo degli assi portanti dell’Unione bancaria ma “lo schema appare di là da venire”. Rossi ha evidenziato che al momento lo schema di garanzia “oltre a non prevedere alcun backstop pubblico avrebbe una transizione temporale lunghissima” e ciò nonostante la proposta ha trovato “la ferma opposizione di alcuni paesi (tra cui Germania, Olanda e Finlandia)”. “La discussione è in stallo. La sfiducia lungo confini nazionali ancora prevale”.