Novartis: “In Italia ottima ricerca, ma crea poche imprese”

Guidi, capo divisione Farma Ue: economia e ricerca mondi distanti

APR 4, 2016 -

Milano, 4 apr. (askanews) – Nonostante i ricercatori italiani siano ben piazzati in fatto di citazioni sulle pubblicazioni scientifiche internazionali, lo stesso non si può dire della loro capacità di trasformare le intuizioni in imprese.

Per questo la multinazionale del farmaco Novartis ha lanciato insieme a Fondazione Cariplo il concorso BioUpper. Una selezione di giovani talenti nell’ambito delle scienze della vita che ha avuto tra i giurati Guido Guidi, capo della divisione Farma di Novartis in Europa.

“Lo scopo principale era quello di sondare, in un campo interessante come quello della salute, quanto fosse possibile avvicinare il mondo della ricerca al mondo imprenditoriale – ha spiegati Guidi – Noi in Italia abbiamo un’ottima ricerca, infatti se andiamo a vedere il ‘quotation indez’, cioè quanto i nostri scienziati vengono citati per le loro pubblicazioni, l’Italia è uno dei Paesi migliori al mondo, ma quando andiamo a vedere quanto questo si traduce in impatto economico, quindi nella capacità di creare impresa, purtroppo soffriamo molto”.

Un punto debole dell’Italia che per Guidi ha motivazioni anche di natura culturale. “Da noi i due mondi sono spesso visti come distanti. C’è spesso un dibattito che li vuole tenere distanti come se trasformare una buona idea di ricerca in un volano economico per il nostro Paese possa essere negativo. Altri Paesi hanno un approccio molto più pragmatico e capiscono che, se in futuro vogliamo essere un’economia vincente, dobbiamo anche basarla su un’economia avanzata e solo la ricerca ce la può garantire”. Di certo la domanda di salute è in continua crescita in tutto il mondo e l’Italia ha le carte in regola per fare la sua parte.