Ryanair vince in tribunale, non deve pagare contributi all’Inps

"La sentenza conferma che rispettiamo la legge"

MAR 29, 2016 -

Roma, 29 mar. (askanews) – Ryanair ha accolto oggi la sentenza del Tribunale del Lavoro di Bergamo che ha confermato che il personale Ryanair operante su aeromobili registrati in Irlanda (definiti come “Territorio Irlandese” in ambito legale) era correttamente assunto e assicurato socialmente in Irlanda, e che ha versato correttamente in Irlanda i contributi previdenziali tra il 2006 e il 2010, sotto la legge dell’UE.

Per il Tribunale non ci sono basi per le richieste – da parte dell’Inps – secondo cui l’equipaggio Ryanair, lavorando su aerei registrati in Irlanda e pagando correttamente i contributi in Irlanda, avrebbe dovuto pagare questi contributi in Italia.

Questa sentenza – si legge in un comunicato – sostiene la posizione confermata dalla Corte di Cassazione, dal Tribunale del Lavoro di Bologna e da molte altre corti nazionali in tutta Europa, che hanno sentenziato che il luogo di lavoro di un equipaggio aereo (piloti e personale di cabina) è l’aeromobile registrato su cui essi svolgono le proprie mansioni. Questa sentenza annulla la precedente sentenza da parte dell’INPS per il pagamento di 9,4 milioni di euro di contributi sociali relativi a questo periodo.

“Accogliamo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Bergamo – afferma Robin Kiely di Ryanair – che ancora una volta conferma che Ryanair rispettava pienamente la legge irlandese ed europea, e che il personale Ryanair era nel giusto nel pagare i propri contributi previdenziali in Irlanda, e non in Italia, tra il 2006 e il 2010. Ryanair è una compagnia aerea registrata in Irlanda e i nostri piloti ed equipaggi lavorano su aeromobili registrati in Irlanda, definiti come territorio irlandese secondo la regolamentazione dei lavoratori del trasporto dell’UE”.

“In particolare diamo il benvenuto al fatto che i nostri equipaggi, che hanno già pagato i propri contributi in Irlanda, non dovranno pagare 9,4 milioni di euro di tasse doppie in Italia”.