Metalmeccanici, sindacati allo sciopero: le ragioni dello scontro

Federmeccanica incassa il colpo e aspetta nuovo round trattativa

MAR 24, 2016 -

Roma, 24 mar. (askanews) – Alla fine i sindacati hanno messo sul tavolo la carta dello sciopero. Nella trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici il gioco delle parti conduce così alla inevitabile scelta della mobilitazione dei lavoratori che, storicamente, imprime un’accelerazione al confronto.

A sei mesi dall’avvio del negoziato Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm restano lontani su un unico grande nodo: il salario.Federmeccanica rimane infatti ferma sulla posizione di un salario minimo di garanzia solo per i nuovi assunti che di fatto esclude aumenti per la maggioranza dei lavoratori per i quali non sarebbe previsto alcun adeguamento nei prossimi anni. In sostanza gli industriali propongono un adeguamento ai livelli di salario minimo che riguarderebbe solo il 5% dei lavoratori metalmeccanici, cioè i nuovi assunti, mentre per gli altri non sarebbe previsto più nessun aumento. Gli eventuali adeguamenti salariali o i premi di produttività e produzione verrebbero così demandati alla contrattazione aziendale di secondo livello.

Federmeccanica difende la propria scelta spiegando che “la proposta di Rinnovamento Contrattuale vuole distribuire ricchezza (una volta prodotta) e vuole determinare garanzie minime per tutti i dipendenti: il potenziamento della retribuzione variabile che favorisca la partecipazione; incrementi retributivi per i lavoratori con salari più bassi (minimi di garanzia); il diritto soggettivo alla formazione per quei lavoratori che non sono stati destinatari di corsi formativi; il potenziamento della previdenza complementare e l’universalità dell’assistenza sanitaria”.

Sul fronte sindacale Fim, Fiom e Uilm pur presentandosi alla trattativa con due piattaforme diverse (una di Fim e Uilm e l’altra della sola Fiom), si sono ricompattati respingendo da subito la proposta di Federmeccanica sul salario minimo. Nel corso dei numerosi incontri i rappresentanti dei lavoratori hanno più volte tentato di scardinare la posizione della federazione delle industrie metalmeccaniche ma alla fine hanno dovuto fare i conti con un presidente, Fabio Storchi che non ha fatto nessun passo indietro.

La carta dello sciopero è apparsa quindi inevitabile anche se, la parola ai lavoratori potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se la mobilitazione, infatti, non avrà il successo che i tre segretari generali sperano, Maurizio Landini, Marco Bentivogli e Rocco Palombella, potrebbero tornare al tavolo con una posizione più debole e la volontà di Federmeccanica di dettare regole e tempi per il nuovo contratto. A quel punto la trattativa potrebbe avere un periodo di stallo in attesa del nuovo presidente di Confindustria che si insedierà alla fine di maggio e che quasi certamente vorrà lasciare il proprio segno nella trattativa. Se così sarà i lavoratori metalmeccanici potrebbero avere il nuovo contratto tra la fine di giugno e i primi di luglio.