Financial Times: nel 2015 record fusioni e acquisizioni in Italia

Quasi 250 operazioni per 50 miliardi. Simoni: merito del governo

MAR 23, 2016 -

Roma, 23 mar. (askanews) – Boom di acquisizioni e fusioni di società in Italia. Tanto che secondo i calcoli del Financial Times il 2015 si è chiuso con nuovi primati assoluti sia sul numero di operazioni perfezionate, ben 248, sia sul loro controvalore. A 50 miliardi di euro è stato stabilito un record, che brucia i poco più di 40 miliardi segnati nel 2010 e al quale ha contribuito anche il maxi ingresso di ChemCina nel capitale Pirelli, con 9 miliardi di euro.

Il quotidiano osserva come la consistenza numerica di acquisizioni e fusioni dimostra che l’eccezionalità è andata oltre l’acquisizione cinese. E l’economista Marco Simoni, consigliere del premier Matteo Renzi, rivendica il risultato come frutto del cambiamento di clima sugli investimenti esteri tramesso dal governo.

“Nel 2008 – dice Simoni – i politici avrebbero tifato per l’italianità, adesso invece il governo sta attivamente facilitando gli investimenti (esteri) nel Paese”. Cita il caso della Philip Morris International, che “ha scelto di allestire il suo impianto più all’avanguardia in Italia, piuttosto che optare per altre soluzioni, sia per la disponibilità di macchinari e sistemi di imballaggio nell’area di Bologna, sia per la proverbiale capacità di risolvere i problemi dei lavoratori italiani”.

E secondo Guido Nola, condirettore della filiale italiana di JP Morgan, che ha fatto da consulente in molte delle operazioni effettuate lo scorso anno, l’interesse estero sulla Penisola è ad ampio spettro: non è un solo settore a trarne beneficio. E al tempo stesso gli investimenti esteri potrebbero essere il catalizzatore per spingere il Paese a schiodarsi dai problemi di bassa produttività e crescita a rilento.