Che cosa hanno deciso al G20 di Shanghai

In un quadro economico di scarsa crescita, Brexit, Germania, Cina, incertezze geopolitiche

FEB 27, 2016 -

Roma, 27 feb. (askanews) – Di fronte ad una crescita globale chesta chiaramente rallentando, che si fa “irregolare” e comunque”inferiore alle ambizioni” dei governi, le 20 maggiori economiedel pianeta si ritrovano nell’impegno a mettere in campo “tuttigli strumenti disponibili” per sostenere la ripresa, che sia inmaniera “individuale o collettiva”. Il G20 di ministri economicie banchieri centrali di Shanghai è soprattutto una presa d’attodi un quadro nel quale si sono materializzati nuovi rischi, chenella passata riunione erano ancora poco definiti.Oltre al sovracitato rallentamento della crescita, preoccupanoanche la brutale correzione al ribasso di materie prime epetrolio, che mette in affanno tutti gli esportatori di questibeni, la volatilità dei mercati finanziari che tanto allarme hacreato in avvio d’annata, le tensioni geopolitiche che persistonoin più aree del pianeta, e minacciano di propagarsi in nuoveregioni, e infine ma non ultimo, su pressante richiesta dellaGran Bretagna, è stato anche esplicitamente menzionato il rischiodi “Brexit”. La fuorisciuta dall’Unione europea, se così verràstabilito al referendum del 23 giugno, potrebbe infliggere uno”shock” a tutta l’economia globale.Un riconoscimento del problema che è stato subito apprezzato dalministro competente, George Osborne, che come tutto il governoCameron ora che si trovato un accordo a condizioni migliorate perstare nell’Ue sostiene la necessità di votare a favore dellapermanenza. Il comunicato del G20 è “una ulteriore prova dellaminaccia che la questione pone su posti di lavoro, capacità disostentamento e livello di vita delle famiglie”, ha detto.Il G20 finanziario poi riaffermal’impegno a non effettuare svalutazioni competitive, ma anzi amantenere consultazioni strette e attive sulla questione. IlPaese ospite, la Cina, e in particolare il governatore dellabanca centrale Zhou Xiaochuan, si è prodigato nell’assicurare chela valuta del Dragone, lo yuan, chiamato anche renminbi, rimarrà”stabile”. Peccato che questo zelo nel predicare stabilitàvalutaria arrivi da quella stessa Cina che nei mesi passati haeffettuato improvvise e massicce svalutazioni, in totalecontraddizione con altri impegni a non farlo che erano statipresi al passato G20 economico, in Turchia.Da segnalare, cosa che fanno tutti i media internazionali, comeZhou sia rispuntato fuori dopo molti mesi di assenza totale daimedia (cosa che avevano fatto insorgere anche ipotesi che potesseincappare nel repulisti operato dal presidente xi Jinping a tuttii livelli dell’amministrazione).Comunque, ministri e banchieri centrali hanno anche sottoscrittodichiarazioni che mostrano come vogliano guardare oltre leturbolenze dei listini. “La volatilità dei mercati – dice il G20- non riflette i fondamentali dell’economia reale”. Ciononostantebisogna riconoscere che “rischi e vulnerabilità” sono aumentatinel quadro globale. Peraltro “vi sono crescenti preoccupazioni suulteriori revisioni al ribasso delle previsioni di crescita”.In questo quadro le 20 maggiori economie avanzate ed emergentisi impegnano ad avvalersi di tutti gli strumenti disponibili,dalle politiche monetarie, alle politiche di bilancio, allariforme, per sostenere la crescita. Perché “la politica monetariadelle banche centrali da sola non può garantire una crescitaequilibrata”. E servono quindi anche “progressi più rapidi sulversante delle riforme”. Per l’Italia erano presenti il ministrodell’Economia Pier Carlo Padoan e il governatore della Bancad’Italia, Ignazio Visco.E sulle contromisure c’è l’altro episodio che ha in qualche modoanimato incontri, che altrimenti sarebbero quasi unicamente unritrovarsi rituale senza esiti concreti. Ovvero la polemica conla Germania, rappresentata dalla squadriglia dal tandem WolfgangSchaeuble, ministro, e Jens Weidmann, capo della Bundesbank,contrari ad un rilancio basato su più spesa pubblica e piùstimoli monetari. Sarebbe “controproducente”, ha detto Schaeuble.Tuttavia la stessa Europa sembraorientata a fare qualcosa di più su entrambi i canali. Da un latosolo ieri a Roma il presidente della commissione Jean-ClaudeJuncker diceva un risoluto “no all’austerità stupida e cieca”,richiamando volutamente la famosa critica su alcune rigidità delvecchio Patto sui conti Ue espressa dal suo predecessore RomanoProdi.Dall’altro, quello monetario, da settimane la Bce guidata daMario Draghi, che era presente a Shanghai, va avvertendo che alconsiglio marzo riesaminerà ed eventualmente modificherà in sensoespansivo la sua linea.Quello appena chiuso è stato un G20 delle Finanze “combattivo”,ha sentenziato il commissario europeo agli Affari economiciPierre Moscovici. “Non siamo in crisi – ha affermato dal suoprofilo Twitter – ma di fronte alla volatilità dobbiamomobilitare tutti gli strumenti disponibili per la crescita”.Voz/Int2