Ryanair taglia 600 posti lavoro in Italia per aumento tasse

Chiuderà le basi di Alghero e Pescara

FEB 2, 2016 -

Roma, 2 feb. (askanews) – Ryanair annuncia che taglierà in Italia 600 posti di lavoro per l’aumento di due euro e 50 delle tasse aeroportuali. La compagnia irlandese low cost annuncia inoltre che chiuderà le sue basi di Alghero e Pescara, taglierà alcune rotte e chiuderà tutti i voli di Crotone.

“Il governo italiano – ha dichiarato David O’Brien ceo di Ryanair – ha deciso di darsi la zappa sui piedi aumentando le tasse sui passeggeri di circa il 40% per gonfiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia”.

In pratica, Ryanair lamenta che l’incremento delle tasse aeroportuali di 2,50 (da 6,50 a 9 euro) per ciascun passeggero in partenza dfall’Italia, in vigore dal primo gennaio scorso, andrà a sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia. La compagnia irlandese low cost sposterà le sue attivitrà verso le basi in Spagna, Grecia e Portogallo.

“Quale compagnia aerea più grande in Italia – ha aggiunto O’Brien in una conferenza stampa a Roma -, volando su 26 aeroporti e trasportando 27 milioni di clienti all’anno da e per l’Italia, a Ryanair non è stata lasciata altra scelta se non quella di chiudere due delle sue 15 basi italiane (Alghero e Pesacar) e spostare il suoi aeromobili, piloti ed equipaggi, verso paesi con costi più bassi per il turismo. Interromperemo anche tutti i nostri voli all’aeroporto di Crotone e saremo costretti a effettuare ulteriori tagli alle rotte sui nostri aeroporti italiani”.

“Non dovremmo essere noi a finanziare Alitalia ed Etihad – ha proseguito il manager -. Dovrebbe essere qualcubno ad Abu Dhabi.Deve essere l’Alitalia a pagare il fondo per gli ex dipendenti”.

O’Brien ha poi aggiunto la decisione di chiudere le basi in Italia “non è un attacco diretto all’Alitalia. Noi vorremmo che questa tassa venisse cancellata. Riteniamo che non sia una buona idea andare a tassare un settore come quello turistico, che rappresenta un motore per l’economia italiana”.