Camusso incontra delegazione della nazionale femminile calcio

Al centro diritti e tutele delle atlete, il gap con i maschi

FEB 1, 2016 -

Roma, 1 feb. (askanews) – Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha incontrato nella sede del sindacato una delegazione di calciatrici della nazionale femminile guidata da Melania Gabbiadini, capitano del Verona e della nazionale e sorella dell’attaccante del Napoli, Manolo Gabbiadini.

L’iniziativa è stata promossa da Camusso, che si era schierata a fianco delle calciatrici nello sciopero del 17 ottobre. L’incontro è durato un paio d’ore ed è stata un’occasione di scambio di esperienze tra mondi del lavoro diversi. Il comune obiettivo, è stato poi sottolineato al termine della riunione, è quello di far crescere il calcio femminile in Italia, garantire e tutelare sempre più la figura delle calciatrici all’interno del mondo del calcio, sia sul versante retributivo e contributivo che per quanto concerne i diritti, per esempio infortuni e maternità.

All’incontro hanno partecipato anche Sara Gama (difensore del Brescia e della nazionale), Chiara Marchitelli (portiere del Brescia ed ex nazionale), Marta Mason (attaccante del Mozzanica e della nazionale), Martina Piemonte (attaccante del San Zaccaria e della nazionale Under 19), Chiara Valzolgher (portiere del Sudtirol ed ex della nazionale Under 19), Katia Serra (responsabile dell’Aic, l’associazione italiana calciatori settore calcio femminile) e Ilaria Pasqui (responsabile area legale Aic dipartimento dilettanti).

A Camusso è stato donato il volume “Il calcio è donna: storie e volti delle protagoniste azzurre” curato dall’Aic. “Continueremo a ragione su questi temi – ha detto Camusso – e vedremo le cose che di potranno fare per determinare condizioni di maggiore tutela delle calciatrici e per una doverosa attenzione al calcio femminile, su cui gravano ancora tanti pregiudizi. Con questa iniziativa alziamo una bandiera, ne seguiranno altre”.

Il numero uno della Cgil ha evidenziato che al movimento del calcio femminile vanno poco più di 500mila euro l’anno, circa un dodicesimo della somma (12 milioni di euro) sequestrata dai magistrati napoletani nell’operazione “Fuorigioco” che vede coinvolti presidenti e manager della serie A, B e campionati minori del calcio maschile. “Con quei 12 milioni di potrebbe fare una rivoluzione”, ha aggiunto Camusso.

La capitana Gabbiadini, il difensore Gama e il portiere Marchitelli hanno sottolineato il gap che c’è non solo con il calcio maschile, ma anche con il calcio donne di altri Paesi: Germania, nazioni scandinave e l’emergente Francia per fare degli esempi.

“L’incontro con il segretario della Cgil è stato molto importante – ha affermato Gabbiadini – il movimento femminile fatica a decollare, ci sono problematiche che si stanno iniziando ad affrontare. Bisogna proseguire. E’ difficile avere tutto subito. Un piccolo passo alla volta, l’importante è aver cominciato”. Il calcio femminile è uno sport olimpico. In Italia le calciatrici non sono professioniste e, dunque, nella stragrande maggioranza dei casi si allenano di sera dopo i turni di lavoro. Il tetto massimo di ingaggio non superare i 28mila euro lordi l’anno, ma si tratta di una cifra che sole poche atlete riescono a guadagnare.