Da Fca e Cnh un doppio segnale per produzioni in Italia

Tributo a Torino di Altavilla, rientro produzioni tedesche a Lecce

NOV 20, 2015 -

Torino, 20 nov. (askanews) – C’è più Italia nella Fca dei “due mondi” e nella galassia Agnelli legata ai motori. C’è un doppio segnale che arriva oggi da Fca e da Cnh, per dire che questo paese è centrale nella strategia industriale del gruppo, anzi dei gruppi nati dalla Fiat. Oggi Alfredo Altavilla numero uno di Fca per il mercato Emea (Europa, Medio oriente e Africa) nel corso dell’incontro con il sindaco di Torino Piero Fassino, ha sostenuto che è impensabile puntare ad essere leader del settore auto senza l’Italia e senza Torino, intesa come area dove il patrimonio di conoscenze e di produzione non ha eguali nel Paese. La sfida della Fca ha detto Altavilla “è quella di rimanere leader in un settore che sarà oggetto di processi di consolidamento e protagonista di salti tecnologici quali non si vedevano da un secolo” e ha aggiunto che “il successo di Torino e dell’Italia è vitale per questa strategia”.

Da sempre, accanto alla trasformazione globale della Fiat, diventata Fca, i vertici dell’azienda e innanzitutto l’ad Sergio Marchionne hanno messo l’accento sul ruolo centrale che l’Italia, e Torino in particolare, avrebbero continuato ad avere in questa azienda che punta ad essere un player globale nella competizione che porterà, secondo gli esperti, ad avere tra un po’ di anni solo quattro-cinque gruppi di questo livello. Per molto tempo, anche per effetto della brusca caduta di immatricolazioni in tutto il continente europeo, l’affermazione è sembrata un po’ astratta, quando non “politica” per coprire una realtà nella quale gli stabilimenti del gruppo automobilistico stavano lavorando al minimo.

Abbandonato il piano industriale 2010, travolto dalla crisi, la Fca ha comunque attuato a partire dal 2011 una politica di investimenti concreta, a Pomigliano, Melfi, alla Sevel di Atessa, a Grugliasco, a Mirafiori, con investimenti complessivi non lontani dai 5 miliardi di euro, senza contare quelli programmati per Cassino. L’Italia sta diventando gradualmente un fornitore globale di auto, e questo vale certo per i modelli di lusso della Maserati, fabbricati a Grugliasco e fra un po’ a Mirafiori, ma anche per il marchio Jeep, mai uscito dai confini americani e che invece vede da poco pià di un anno le Renegade partire dai piazzali di Melfi. E ciò vale anche per il ruolo che dovrà giocare Alfa Romeo, malgrado i programmi siano un po’ rallentati, come ha ammesso Marchionne nelle scorse settimane.

E, frutto degli investimenti che hanno reso gli stabilimenti italiani più competitivi, è avvenuto anche qualcosa d’altro, il rientro di alcuni modelli prodotti all’estero. In questo caso si deve pensare innanzitutto alla Panda che dalla Polonia è stata trasferita sulle linee di Pomigliano . Una strategia, che provando provare a tirare un filo tra i vari episodi, oltrepassa i confini di Fca.

E’ di oggi infatti la notizia che i “cugini” di Cnh Industrial hanno deciso di far rientrare a Lecce la produzione di motolivellatrici oggi realizzata in Germania a Berlino. Lecce è il più grande centro di eccellenza di CNH Industrial perle macchine movimento terra nella regione EMEA (Europa, MedioOriente e Africa). Lo stabilimento dispone dei repartiProduzione, Acquisti, Sviluppo Prodotto e Ingegneria, il know-how e le comprovate competenze – ha detto l’azienda ne fanno la sede migliore per l’ulteriore sviluppo del business.