Enel punta su rinnovabili e banda larga con o senza Telecom

Presentato a Londra nuovo piano e integrazione con Enel Gp

NOV 18, 2015 -

Londra, 18 nov. (askanews) – Enel si libera delle sue vecchie centrali e punta sulle rinnovabili e sulle reti, compresa quella a banda ultralarga che nascerà con l’installazione dei nuovi contatori elettronici di seconda generazione.

L’accelerazione sul nuovo profilo della società è arrivata con l’integrazione di Enel Green Power e con l’aggiornamento del piano industriale 2016-2019 che prevede 1,7 miliardi di euro per i nuovi contatori. Nel piano anche una forte riduzione dei costi che passa anche attraverso la riduzione del 14% della forza lavoro in tutto il mondo e un ricambio generazione con il prepensionamento di 6.000 dipendenti in Italia e l’assunzione di 2.000 giovani.

L’amministratore delegato Francesco Starace ha spiegato che Enel Green Power “è uno dei motori dello sviluppo di Enel, motivo per cui sarà al centro del nostro modello integrato di business”. Per l’integrazione “questo è il momento giusto”, ha aggiunto, e i tempi saranno particolarmente stretti, anche grazie al fatto che sarà un’operazione tutta su carta, con il via libera delle assemblee previsto per l’11 gennaio e il closing entro il primo trimestre 2016.

Parallelamente all’accelerazione sul fronte delle rinnovabili, che arriveranno ad assorbire oltre il 50% degli investimenti della società, prosegue il programma di dismissioni di vecchie centrali tradizionali. L’obiettivo è chiudere 30.000 MW di impianti (pari a circa la metà del picco di consumi nazionale). Il piano procede bene, ha assicurato l’a.d. di Enel, tanto che 8.000MW sono già stati dismessi.

Ma “una delle opportunità chiave per lo sviluppo della società” sarà anche la creazione della rete a banda ultralarga sulla rete di distribuzione Enel. Un progetto che porta “vantaggi in termini di costi tali che non vediamo alcun concorrente in grado di raggiungere il nostro potenziale di connessione”.

Anche in questo campo l’accelerazione di Enel è evidente con la costituzione della newco incaricata di sviluppare la rete. I dettagli del business plan non sono ancora stati annunciati ma Starace ha confermato che sono in corso di definizione con i partner che hanno già dato la loro disponibilità a partecipare al progetto. Ma “in due o tre mesi avremo un business plan che potremo presentare a chi fosse interessato”. Tra questi non c’è per ora Telecom.

“Stiamo parlando con tutti gli operatori inclusa Telecom Italia che anzi è stata la prima con la quale abbiamo iniziato a parlare tempo fa” ha spiegato Starace, ma se partecipare alla newco “è una loro decisione, noi vogliamo fare questo progetto e lo faremo. Se loro vogliono farlo con noi o senza di noi è una loro scelta. Noi siamo felici lo stesso, lo faremo comunque”.

In sostanza per l’a.d. dell’Enel “sarebbe fanstastico” se Telecom partecipasse al progetto “ma se decide di non esserne parte, noi abbiamo comunque forti riscontri sul fatto che si tratti di un ottimo business”. Infatti “sarebbe difficile per Telecom dire non voglio usare questa rete ma ne voglio fare un’altra più costosa”.

Tanto più che la rete a fibra ottica che Enel si appresta a creare non ha limiti territoriali predefiniti e tendenzialmente arriverà a coprire tutto il territorio nazionale con la possibilità di essere replicata anche all’estero. “Il nostro business plan non ha limitazioni sulla copertura territoriale” ha detto Starace “sarà comunque una rete molto grande, su base nazionale, e costruita in modo che da consentirci di maturare una conoscenza specifica, perchè vogliamo replicarla anche altrove”. Allo stato attuale, ha aggiunto, “non sappiamo quanto sarà grande ma tendenzialmente sarà a livello nazionale, non ci sono limiti prefissati”.

Dal punto di vista tecnico, Starace ha spiegato che “possiamo effettivamente cablare dalla centrale telefonica al contatore con la fibra ottica ad un costo che va da 30 al 50% di un operatore telefonico” e che “la rete elettrica è già quattro o cinque volte più ramificata di quella telefonica. Quindi possiamo dare connettività a costi molto più bassi degli operatori telefonici”.