I punti della trattativa Governo-Regioni sulla legge di stabilità

A palazzo Chigi confronto su sanità e decreto Salva Regioni

NOV 4, 2015 -

Roma, 4 nov. (askanews) – La legge di stabilità con le misure sul comparto della sanità, la trattativa sui tagli agli altri capitoli di spesa e l’aspettativa sul decreto “Salva Regioni”: saranno al gran completo i presidenti delle Regioni questo pomeriggio a Palazzo Chigi per l’incontro col premier Matteo Renzi. Sulla legge di stabilità, domani pomeriggio, governatori e sindaci dovranno esprimere l’atteso parere in Conferenza Unificata, ma se per i sindaci il giudizio è stato subito positivo, quello dei presidenti delle Regioni è condizionato all’esito dell’incontro che comincerà alle 18.SANITA’ – E’ il capitolo sul quale da giorni c’è un accesoconfronto, anche perché la sanità è la voce più importante delbilancio delle Regioni e vale circa l’80% delle manovreterritoriali.L’aggiornamento del patto per la salute 2014-16 prevedeva per il 2016 oltre 113 miliardi di euro di stanziamenti per alimentare il fondo sanitario nazionale. La legge di stabilità stabilisce invece che, per il prossimo anno, il fondo si attesti a 111 miliardi, in aumento rispetto ai 110 dello scorso anno (come sostiene Renzi) ma con un taglio di 2 miliardi rispetto al Patto (come rivendicano le Regioni).Il problema che preoccupa di più i governatori è che vengono però finanziati a carico dello stesso fondo 800 milioni (secondo le stime fatte dal governo) per i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), 300 milioni di costi aggiuntivi per il piano vaccini, 500 milioni per i farmaci innovativi e le risorse necessarie per il rinnovo del contratto del comparto sanità.Tutto ciò va poi letto alla luce del contributo che il settore sanità ha già assicurato al risanamento dei conti pubblici che per il 2015, sommando gli effetti delle diverse manovre, è stato di 12,5 miliardi.TAGLI – I tagli per il 2016 per le Regioni a statuto ordinariosono pari a 4,2 miliardi (coperti per 2 miliardi dalla riduzionedel Fondo sanitario nazionale mentre i rimanenti tagli per circa2,2 mld, secondo le Regioni, non potranno essere coperti se nonazzerando le risorse relative a servizi estremamente sensibili(Fondo politiche sociali, fondo non autosufficienze, istruzione,ecc.) in quanto le Regioni non hanno più trasferimenti dalbilancio statale.Il ddl stabilità prevede ai fini della riduzione del debitoregionale un contributo, per il solo 2016, pari a 1.300 milioniche potrebbe aiutare a gestire la situazione di estremacomplessità data dall’ammontare dei tagli previsti nell’anno.DECRETO SALVA REGIONI – L’apertura, la concessione annunciataieri sera dal premier Renzi, riguarda il decreto Salva Regioni.In realtà il caso più stringente è quello del Piemonte ed èquello che ha spinto Chiamparino a dimettersi dalla presidenzadella Conferenza delle Regioni.Una sentenza della Corte Costituzionale del giugno scorso habocciato il metodo di contabilizzazione dei fondi anticipati dalGoverno, attraverso dei mutui contratti col Mef, per pagare idebiti arretrati con i fornitori che in molti casi sono peròstati usati dalla Regione Piemonte anche per alimentare la spesacorrente. Alla luce di questa pronuncia, la Corte dei Continell’udienza di parifica del bilancio 2014, ha così certificatoun deficit del Piemonte che sfiora i 6 miliardi di euro mettendoin ginocchio l’amministrazione Chiamparino.Da tempo, il governatore aveva lavorato con Palazzo Chigi perl’approvazione di un decreto che aiutasse a risolvere questavicenda, nata secondo le Regioni a causa di una scarsa chiarezzasull’applicazione della norma. Ma il decreto è slittato già duevolte. Ora sembra che Renzi voglia stringere i tempi. Ilprovvedimento non contiene fondi a sostegno delle Regioni alleprese con questi piani di rientro dal maxi deficit, ma consentedi spalmare in 30 anni l’ammortamento del debito.Aer