Giappone: mercoledì in borsa Japan Post. Più grande Ipo 2015

Operazione da oltre 10 mld euro. Servizio postale resta pubblico

NOV 2, 2015 -

Roma, 2 nov. (askanews) – Mercoledì scatterà il più grande collocamento in borsa dell’anno con la quotazione sul mercato del 10% di Japan Post Holding e di una quota analoga delle sue due controllate finanziarie Japan Post Bank e Japan Post Insurance.

Si tratta di un’operazione da oltre 10 miliardi di euro complessivi (circa 5 per la holding e il resto per le due controllate) su una quota volutamente ridotta di capitale per evitare scossoni sul mercato e che per ora escluderà le attività propriamente postali, nel perimetro della filiale operativa Japan Post.

Ma i numeri restano importanti se si considera il valore assoluto dell’operazione e soprattutto il fatto che viene privatizzata quella che viene considerata la più grande banca del mondo con circa 1.500 miliardi di euro di depositi. Si tratta della più grande vendita di asset pubblici dalla quotazione da 18 miliardi di dollari di General Motors nel 2010 e dell’Ipo più importante dopo quella da 25 miliardi di dollari di Alibaba nel 2014.

Da tenere presente poi che il processo di privatizzazione è previsto continuare. Il piano strategico 2015-2017 del Japan Post Holdings, oggi controllata al 100% dallo governo giapponese, prevede infatti di arrivare a collocare il 50% delle divisioni finanziarie.

La fase di bookbuilding si è chiusa con successo con circa l’80% dei titoli riservati ai risparmiatori nazionali. Il prezzo dell’Ipo della Holding è stato fissato al massimo dei 1.100-1.400 yen proposti e anche quelli delle controllate sono finiti nella parte alta della forchetta.

L’Ipo arriva a dieci anni dal provvedimento di privatizzazione delle poste adottato dal governo di destra guidato da Junichiro Koizumi tra il 2001 e il 2006, un procedimento frenato dalla maggioranza di centrosinistra che lo ha congelato tra il 2009 e il 2013.

Il dossier si è poi nuovamente sbloccato dopo il ritorno al potere del partito liberaldemocratico e del primo minitro Shinzo Abe.

Japan Post Holdings punta a ripetere il successo dei debutti in borsa di Japan Tobacco, nel 1994, dell’operatore tlc NTT nel 1987 e della sua filiale di telefonia mobile NTT Docomo nel 1998. Ma per la stampa finanziaria nazionale la società sconta una scarsa internazionalizzazione e diversificazione, circostanza riconosciuta dalla stessa società che nel maggio scorso ha acquistato l’operatore australiano di servizi logistici Toll Holding per 4,6 miliardi di euro.

A questo si aggiunge il clima decisamente diverso sui mercati rispetto alla fine degli anni ’90, l’obbligo sancito dalla legge di mantenere operativa una rete di 24.200 uffici postali sul territorio e la qualità della sua clientela nei servizi finanziari. I correntisti di Japan Post Bank sono infatti per la maggior parte persone anziane con una bassa propensione al rischio che si riflette sulla qualità degli investimenti della banca, concentrati essenzialmente in titoli di stato giapponesi.