Juncker: flessibilità conti a Paesi in prima linea su rifugiati

"Applicando regole Patto caso per caso, a costi dimostrati"

OTT 27, 2015 -

Strasburgo, 27 ott. (askanews) – La Commissione europea applicherà la flessibilità prevista dal Patto di Stabilità Ue, secondo le sue regole riformate, tenendo conto dei costi per la gestione della crisi dei rifugiati nei bilanci degli Stati membri dell’Eurozona, in base a una valutazione caso per caso e alla rendicontazione puntuale di questi costi. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, durante il dibattito nella plenaria del Parlamento europeo dedicato alla crisi migratoria e ai recenti vertici dei capi di Stato e di governo dell’Ue (il 15 ottobre) e poi dei soli paesi coinvolti nella “rotta balcanica” (il 25 ottobre).

Il presidente della Commissione, secondo il quale “siamo di fronte ad una situazione eccezionale che richiede sforzi eccezionali”, ha riferito di essere stato “colpito” durante le sue discussioni collettive con i capi di governo, dal fatto che “molti paesi hanno sollevato la questione dei grandi costi legati alle politiche per i migranti”.

“Li capisco, ed è per questo – ha spiegato Juncker – che la Commissione il 15 ottobre ha comunicato agli Stati membri che quando si tratterà di qualificare le spese destinate alla crisi dei rifugiati nel quadro dell’interpretazione del Patto di Stabilità, noi applicheremo con la flessibilità prevista le regole riviste del Patto. Siamo di fronte a un problema di gravità eccezionale e posso dirlo ovunque e cantarlo in tutta Europa: il Patto è il Patto, ma non nel senso nel senso vecchio del termine. Quando si tratta di mettere tutti i nostri sforzi al servizio di una politica comune, vedremo in base a un’analisi paese per paese in che misura si deve tener conto dei costi legati alle politiche per i rifugiati; il Patto verrà applicato così come emendato dalla Commissione, ma questo – ha precisato – verrà fatto paese per paese”.

“Ci sono paesi, anche tra quelli grandi – ha aggiunto Juncker -, che non fanno sforzi sufficienti. Se un paese fa uno sforzo straordinario, serve un’interpretazione conforme allo sforzo straordinario sostenuto: l’applicazione flessibile non si farà per i paesi che non lo fanno questo sforzo o che non possono provare di averlo fatto. Quindi, chi vuole richiedere questa flessibilità – ha concluso il presidente della Commissione – dovrà provare di disporre del necessario senso di responsabilità”.