Pensioni, Boeri: da contributi immigrati tesoretto da 3 miliardi

Versano in Italia e poi tornano a Paese d'origine senza riscuotere

SET 29, 2015 -

Roma, 29 set. (askanews) – Un tesoretto da tre miliardi di euro di contributi pensionistici non riscossi. E’ questa il valore dei contributi versati in Italia da quegli immigrati poi rientrati al Paese d’origine senza farsi liquidare la pensione. A renderlo noto è il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in occasione della presentazione del rapporto Worldwide Inps, spiegando che si tratta di un “fenomeno in crescita”.

Le persone con cittadinanza non italiana nate prima del 1949 (ultra 66enni e 3 mesi), con contribuzione Inps, che non hanno sin qui ricevuto (loro o superstiti) prestazioni previdenziali Inps e non hanno ricevuto rimborso della decontribuzione, sono 198.430 (su 927.448, quindi il 21%) Hanno versato contributi che, capitalizzati in base alle regole del contributivo, valgono oggi oltre 3 miliardi di euro.

Per i nuovi iscritti dal 1996 non è più richiesta anzianità contributiva minima per accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni (più i mesi di adeguamento alla speranza di vita). Queste generazioni non sono ancora arrivate a maturare requisiti vecchiaia. Ci sono 4,2 milioni di posizioni contributive ante 96, dunque soggette ai requisiti contributivi minimi Queste posizioni hanno sin qui erogato contributi che, capitalizzati, valgono oltre 56 miliardi. Se il 21% non prende pensioni, “abbiamo già oggi circa 12 miliardi di montante contributivo che non darà luogo a pensioni”. Negli ultimi anni gli stranieri versano mediamente contributi annui tra i 7 e gli 8 miliardi. Se anche solo il 5% (rispetto al 21% riscontrato sui nati ante 1949) di questi contributi non dà luogo a prestazioni, si ha un flusso di free riding annuale di circa 375 milioni di euro, che si capitalizza nel corso del tempo.