In Toscana spesa al supermarket più conveniente, maglia nera Sud

Inchiesta Altrocounsumo in 68 città italiane. Verona la meno cara

AGO 31, 2015 -

Roma, 31 ago. (askanews) – La superconvenienza è di casa in Toscana, dove fare una spesa comprando prodotti di marca costa 6.039 euro all’anno a fronte dei 6.636 euro della Valle d’Aosta, la regione italiana più cara. Seguono a ruota il Veneto, il Piemonte, la Puglia, l’Umbria e la Liguria. E’ quanto emerge dall’inchiesta annuale di Altroconsumo su supermercati, iper e hard discount in 68 città italiane. Sono oltre un milione i prezzi rilevati, in un’indagine che ha coinvolto 885 punti vendita.

Sostanzialmente la situazione rimane invariata rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per la Liguria, che da “più cara della media”, quest’anno sembra essere diventata più economica. Va male in grandi regioni come Lazio, Sicilia, Sardegna ed Emilia Romagna, ma anche Marche, Molise, Basilicata e Abruzzo. In generale, il Sud, dove c’è meno concorrenza, non sembra messo bene.

Nel giro d’Italia della convenienza, a fronte di una spesa media di 6.350 euro all’anno per famiglia tipo, a Verona è possibile ottenere il risparmio più consistente: scegliendo i punti vendita più interessanti in un anno in media si abbatte la soglia dei 6.000 euro, nessun’altra grande città in Italia offre di più. Seguono Arezzo, Firenze, Pistoia e Pisa – Toscana la regione più virtuosa tra tutte. In fondo alla classifica Palermo, Ascoli Piceno, Pescara e Aosta, dove la spesa costa 600 euro in più della media nazionale.

Dove non c’è dinamica concorrenziale i prezzi si allineano verso l’alto e lì stanno. Dove invece si fronteggiano insegne a suon di sconti chi vince è il consumatore e il suo portafogli ci guadagna: a Pordenone, Torino o Cuneo, e anche Napoli, il delta del risparmio supera i mille euro. Al contrario, scarse possibilità a Reggio Calabria e Caserta: solo 150 euro di differenza tra punti vendita più e meno cari. Da un punto vendita all’altro gli esperti dell’organizzazione di consumatori hanno rilevato su uno stesso prodotto di marca differenze del +175% (un’acqua gassata) o di +122% (un olio extravergine).