Turisti nella Grecia in crisi tra isole sfornite e bancomat vuoti

Ecco i 5 incubi della vacanza targata Grexit

LUG 9, 2015 -

Roma, 9 lug. (askanews) – Sembra di essere tornati indietro nel tempo, e di parecchi decenni: una volta, nell’epoca precellulari e carte di credito, la vacanza fai da te in Grecia era la più gettonata. Libertà assoluta, spostamenti low cost per il cambio favorevole, tra bus, treni, aerei grandi e piccoli. E i traghetti, navigando senza contatti con casa per giorni e giorni tra un’isola e l’altra, al tempo paradisi assoluti della trasgressione giovanile. Come per le Cicladi, Mykonos e Ios in testa, e le loro notti proibite spesso concluse dormendo in spiaggia.

In tasca un fascio di contanti, che si assottigliava velocemente, in valuta pregiata, dollari soprattutto. Qualche moneta per telefonate solo urgentissime, come per esempio per richiedere l’invio di un vaglia alla famiglia preoccupatissima causa estinzione del fondo cassa vacanza. Era la Grecia ante Euro. E lo è tornata ad essere, nel rischio del post euro. Con la differenza che quel senso di libertà tutto ellenico ha lasciato, nel turista 2.0 il posto del terrore. Bancomat vuoti, isole dove scarseggiano intanto le medicine. Pompe di benzina a rischio “empty”, e senza possibilità di rifornimento all’orizzonte. E l’incubo è servito. Se ci si trova già in Grecia qualche soluzione la si può mettere in campo, la telefonia mobile adesso permette quantomeno di essere in perenne contatto, se lo si vuole, con cari e amici, via voce o via social, anche in caso di Grexit. Se si deve però partire, che si sia già prenotato o si sia pensato, settimane fa, di farlo (perchè viaggiare in Grecia è certamente affascinante), la stretta al ventre dettata dalla paura di ficcarsi in un vicolo senza uscita risulta forte.

Sintetizzando allora, ecco i 5 spasmi più intensi che si rischiano guardando in questi giorni alla Grecia come meta delle proprie meritate ferie.

1 – L’incubo bancomat: La Farnesina informa che il Governo ellenico ha prorogato la chiusura delle banche e le misure di controllo dei capitali sino al 13 luglio. Banche chiuse e bancomat vuoti allora, con le autorità greche che assicurano liquidità bancaria fino a lunedì. Poi..è tutta una incognita. Il bancomat estero, certo, può ancora funzionare, così come, dicono ad Atene, le carte di credito dei circuiti non ellenici. “Vi potrebbe tuttavia essere una ridotta funzionalità delle carte di credito, oltre che dei bancomat (momentanea interruzione del servizio, scarsa disponibilità di liquidità, code d’attesa, difficoltà di accettazione degli strumenti di pagamento elettronico, ecc)”, mette in guardia però il nostro ministero degli Esteri. Che sembra piuttosto dire non vi meravigliate se soldi da quelle macchinette non ne vedrete spuntare.

2 – Ci sono ancora servizi? “Si consiglia di verificare che nei periodi previsti del soggiorno in Grecia i servizi siano forniti regolarmente (porti, aeroporti, ferrovie, banche, ospedali, ecc.)”, aggiunge la Farnesina. Insomma, se ci si sente male, avremo il tempo di verificare che l’ospedale sia almeno aperto?

L’allarme lo lanciano gli stessi sanitari, a partire da Theo Giannaros, direttore dell’ospedale Elpis di Atene, che ha fatto sapere come non ci siano “più soldi” e non sia più possibile “curare le persone senza farmaci né attrezzature mediche funzionanti”. Gli stessi pazienti, greci, sono preoccupati per questa situazione che rischia di compromettere la loro lotta per la sopravvivenza. Figuriamoci un turista con un semplice colpo di sole al Pireo o, appunto, nelle calde e ventose Cicladi.

3 – La Grecia arde: bello girare ad Atene, tra Acropoli, Ligabetto e piazza Syntagma. Bello sì, ma non se ogni decisione dell’Eurogruppo, o ogni parola della cancelliera tedesca Merkel, rischia di scatenare una rivolta popolare. Da Roma, ancora, la Farnesina avvisa: “si raccomanda di usare prudenza durante il soggiorno, prestando attenzione a eventuali avvertenze delle autorità greche ed evitando luoghi di possibili assembramenti nelle maggiori città del Paese”. Insomma, occhio al rischio black bloc, ci mancherebbe pure di finire, sotto colpo di sole, senza aver mangiato e con la moto affittata ormai spinta oltre la cunetta perchè da chilometri non si riesce a far benzina, in mezzo al pur legittimo risentimento greco verso l’europeo colonizzatore.

4 – Volare nel blu, se l’aereo c’è: le maggiori compagnie aeree internazionali non volano già da qualche giorno in Grecia. Piuttosto, controcorrente, arriva dall’Iran l’avvio di nuovi collegamenti tra Teheran ed Atene. Bene, o anzi malissimo. Si rischia, volendo rientrare a casa in Italia, di dover passare per un Iran altrettanto bello e altrettanto caldo. E non solo di temperature solari. E le compagnie aeree greche? Con il pagamento digitale interrotto (PayPal e Itunes comprese, dunque niente acquisti online e niente musica scaricata per il riposino sotto l’ombrellone di Mykonos), e l’assenza conclamata di contanti, come faranno a pagare il carburante per poter partire?

5 – Come pagare? Mettiamo che si sia arrivati a destinazione, l’aereo c’era, il servizio a bordo pure. Si gode di ottima salute, poi, il caldo non spaventa rodati ormai dalla calura italiana delle settimane scorse. La spiaggia greca, bellissima, dal mare incontaminato, invita. C’è però un problema, anche il greco più amabile non concede nulla al turista gratis. Dunque tocca pagare. Come? Il marsupio col fascio di contanti non si usa più, i pochi euro usciti dal bancomat italiano all’aeroporto stanno finendo (colpa di quegli acquisti sempre inattesi last minute al duty free). C’è la carta, ma non è che non la accettano, è che non funziona. Il prelievo è escluso, la scheda entra ma, in greco come in inglese, la dicitura è sempre “operazione non disponibile”. C’è forse qualche dollaro avanzato dalle ultime vacanze magari ai Caraibi (mai così sognati…) e si esauriscono in fretta. Si potrebbe forse chiedere un consiglio, ad esempio all’amico a casa che sa tutto del mondo digitale, sempre connesso al suo Facebook. Ed allora via con la domanda.. come compro la bibita agognata? Semplice, ci sono ad esempio i Bitcoin, moneta virtuale che tanti problemi risolve nel mondo più tecnologico della rete. Ci sono, ma dove sono? Colonnine che cambiano i centesimi di euro rimasti nel borsellino in bitcoin da spendere in spiaggia non se ne vedono. Forse è meglio, vista la situazione, la spiaggia di casa. Lì un ghiacciolo con quelle frazioni di euro racimolate tra borse e tasche riusciamo a prenderlo.