Tabacco, 7 italiani su 10 favorevoli a prodotti a rischio ridotto

Ipsos: Sì a prodotti alternativi ma con regole più chiare

GIU 10, 2015 -

Roma, 10 giu. (askanews) – I prodotti del tabacco a potenziale rischio ridotto sono visti favorevolmente dagli italiani, i quali dimostrano apprezzamento al fatto che questi vengano introdotti sul mercato sin da ora, purché opportunamente regolamentati e supportati da evidenze scientifiche. Questo quanto emerso dal sondaggio di opinione sul principio della riduzione del danno applicato al tabacco, condotto da Ipsos Italia per conto di Philip Morris Italia Srl, i cui risultati sono stati presentati da Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos.

Dopo l’esplosione del fenomeno delle sigarette elettroniche nel 2013, il settore dei prodotti alternativi ai tabacchi tradizionali continua a presentare interessanti novità. Infatti le multinazionali del tabacco hanno iniziato a lanciare i propri prodotti in quello che è percepito come un mercato destinato a crescere e a espandersi. Un settore caratterizzato da importanti investimenti industriali, ma da regole ancora poco chiare. Ciò considerato, è sembrato importante conoscere l’opinione dei consumatori su due aspetti fondamentali: l’opportunità di offrire ai fumatori non più solo l’opzione della cessazione del fumo per tutelare la propria salute e di chi li circonda, ma anche di un’alternativa potenzialmente meno dannosa. In secondo luogo, la loro percezione di questi nuovi prodotti.

Dalla ricerca emerge innanzitutto un dato molto significativo: il 71% degli italiani vede tutti i prodotti a disposizione dei fumatori come ugualmente dannosi. Tra i fumatori questa percentuale scende al 64% e tra i non fumatori sale al 74%. La maggioranza degli italiani, il 64%, sostiene l’importanza di offrire ai consumatori prodotti meno rischiosi rispetto alle tradizionali sigarette, il consenso sale al 75% tra i fumatori stessi. Da qui l’esigenza che le industrie del tabacco si adoperino per sviluppare e introdurre sul mercato alternative a rischio ridotto: questa è la richiesta di più di un italiano su due (il 58%) e del 69% dei fumatori. Fondamentale che tali prodotti, ai fini della loro commercializzazione, debbano essere sottoposti a standard scientifici rigorosi e a test di verifica: l’86% degli italiani ritiene che la potenziale riduzione del rischio debba essere dimostrata in base a test scientifici e l’88% del campione intervistato sottolinea l’esigenza di un monitoraggio continuativo dal punto di vista scientifico, sia prima che durante la commercializzazione dei prodotti.

Sette intervistati su dieci (72%) ritengono poi che il Governo debba introdurre norme adeguate per regolare la commercializzazione dei prodotti a potenziale rischio ridotto. In questo senso, il 90% del campione ritiene che, se scientificamente provato, le industrie del tabacco dovrebbero avere la possibilità di comunicare il minor rischio dei nuovi prodotti e inserire questa informazione nel packaging. Il Governo dovrebbe poi prodigarsi per incoraggiare i fumatori ad abbandonare i prodotti tradizionali anche favorendo quelli alternativi tramite aliquote fiscali agevolate: il 69% degli italiani è di questo parere come pure il 77% dei fumatori.

Il sondaggio, finalizzato a febbraio 2015, è il risultato di un progetto iniziato nel 2014 che si è svolto attraverso uno studio qualitativo iniziale condotto su otto gruppi di lavoro e dieci interviste personali ad opinion leader e, successivamente, tramite un’indagine quantitativa su un campione di 3.000 italiani adulti dislocati lungo tutto il territorio nazionale e rappresentativi della popolazione di riferimento per le principali variabili sociodemografiche.

La presentazione dei dati è avvenuta nel corso di una tavola rotonda a cui hanno partecipato anche Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale dei Consumatori, Andrea De Maria, deputato pd, e Pierpaolo Vargiu, deputato Scelta Civica.