Grecia, in tre mesi 24 mld euro in fuga dalle banche

Le passività Target2 più che raddoppiate in sei mesi a 99 mld

MAG 27, 2015 -

Roma, 27 mag. (askanews) – I conti della Grecia continuano a peggiorare e la liquidità è sempre più scarsa nelle casse di Atene anche per effetto della fuga di capitali. Dalla vittoria di Tsipras alle politiche oltre 24 miliardi di euro hanno preso il volo dai depositi sulle banche greche.

Un accordo con i creditori è auspicato a tutte le latitudini, per scongiurare un default dagli effetti difficilmente prevedibili per l’intera area euro. Anche gli Stati Uniti non nascondono le preoccupazioni per lo stallo del dossier.

Il segretario al Tesoro Jack Lew alla vigilia del G7 finanziario ha riconosciuto che l’area euro è sì “un luogo più stabile” rispetto al picco della crisi del debito sovrano ma sarebbe sbagliato credere che una ‘Grexit’ non comporterebbe alcun effetto. “Nessuno dovrebbe avere il falso senso di fiducia nel conoscere quali rischi potrebbe avere una crisi della Grecia”.

I numeri della Grecia mostrano una situazione drammatica, dalle passività alla situazione dei conti correnti, dagli asset alle prossime scadenze di rimborso dei prestiti al Fmi nonché il rifinanzimento dei titoli ellenici in portafoglio alla Bce.

Dai dati della Banca centrale greca a fine marzo sui conti correnti delle banche greche erano depositati 149 miliardi di euro di cui 5,5 miliardi che fanno capo al governo centrale. Dall’inizio dell’anno 24 miliardi di euro che hanno preso il volo e un calo din quasi il 50% per i depositi del governo centrale. La fuga dei capitali è stata costante dall’autunno ad oggi. A ottobre sui conti correnti delle banche greche erano depositati 179 miliardi di cui 10,4 miliardi del governo di Atene.

Altro indicatore è Target2, che misura le passività dei paesi euro sul sistema dei pagamenti europeo. Sempre secondo i dati della banca centrale greca, a fine aprile le passività Target2 di Atene ammontano a 98,7 miliardi di euro a fronte di un valore pari a zero alla voce attivi. A gennaio le passicità erano pari a 75 miliardi e solo 41 miliardi a marzo. In appena sei mesi le passività accumulate dalla Grecia sul sistema dei pagamenti europeo sono più che raddoppiate. A titolo di confronto un paese come l’Italia ha passività Target2 per 164 miliardi ma con un pil che è quasi otto volte più grande di quello greco.

Al tempo stesso peggiora la qualità dei collaterali che la Grecia può dare a garanzia per operazione nell’Eurosistema. A fine aprile il valore di questi asset è crollato a 40 miliardi di euro rispetto ai 100 miliardi di novembre ed i 78 miliardi di febbraio. Solo grazie alla Bce il sistema bancario greco è ancora in piedi. Mediante l’Ela, il canale della liquidità di emergenza, le banche della Grecia possono disporre di una liquidità per 80,2 miliardi di euro.

Infine c’è il drammatico capitolo dei rimborsi dei prestiti ai creditori. Il governo greco ha assicurato che rispetterà la prossima scadenza con il Fmi il 5 giugno pari a 350 milioni. Il mese prossimo però Atene deve rimborsare altre tre tranche per un totale di poco superiore a 1,5 miliardi. L’estate rischia di essere torrida per le casse greche. Tra luglio e settembre altri 1,3 miliardi di rimborsi al Fmi ma soprattutto tra luglio e agosto arrivano a maturazione 6,7 miliardi di euro di titoli di Stato greci in portafoglio alla Bce. Poi ci sono titoli scadenza detenuti da investitori per 5,4 miliardi (in prevalenza banche elleniche). Per far fronte alle scadenze dei prossimi tre mesi servono 9,5 miliardi.