Il piano Alitalia punta su brand e rotte ma l’utile è la priorità

L'Ad Cassano: "Su occupazione impossibile fare promesse"

GEN 20, 2015 -

Roma, 20 gen. (askanews) – Sviluppo del brand, nuove rotte ed eccellenza nel prodotto e nel servizio. La nuova Alitalia punta con il suo Piano strategico, presentato oggi in una conferenza stampa dal presidente, Luca Cordero di Montezemolo, dal vice presidente nonché ceo di Etihad, James Hogan e dall’amministratore delegato, Silvano Cassano, a diventare una compagnia aerea global premium che “rappresenti il meglio dell’Italia”.

Il Piano, ha spiegato Montezemolo, si basa su quattro priorità: la motivazione e valorizzazione del personale Alitalia, lo sviluppo del brand che possa far diventare la compagnia “una grande interprete di quelle che sono le caratteristiche del nostro paese”, il servizio per “considerare i propri clienti come degli ospiti” e infine lo sviluppo delle rotte “aprendone di nuove e rafforzando quelle esistenti”.

Eppure, il primo obiettivo della nuova Alitalia e quello più importante è il ritorno all’utile, previsto per il 2017. “Noi – ha chiarito Hogan – non ci saremmo mai avventurati in questa iniziativa se non avessimo l’obiettivo principe della redditività. Abbiamo fatto un investimento commerciale che deve avere un ritorno commerciale. Su questo non devono esserci dubbi”. Comunque, ha tranquillizzato Hogan, “siamo investitori di lungo termine. Non siamo ‘mordi e fuggi'”. La nuova Alitalia ha come obiettivo per il 2017 un utile intorno ai 100 milioni di euro. “Sono prospettive – ha spiegato Montezemolo – che considero realistiche e solide e che permettono di guardare al futuro con fiducia e ottimismo”.

Insomma, per lo sviluppo dell’occupazione c’è tempo, ora l’obiettivo prioritario è rimettere a posto i conti, perché, ha spiegato Hogan, “oggi l’Alitalia va molto male, è stata gestita come una società pubblica. Ora serve un cambiamento radicale nel modo di lavorare per abbassare i costi e assicurare la redditività”. Su questo punto, l’ad Cassano è stato molto chiaro: “oggi l’Alitalia ha dei problemi. Laddove vedremo una risposta del mercato, saremo i primi a fare sviluppo occupazionale, ma dobbiamo mettere le cose in ordine. Non è possibile fare promesse oggi”. Quindi, ha chiosato Hogan, “la priorità è fare una compagnia di successo”, anche perché “il successo del business creerà automaticamente nuovi posti di lavoro”.

Discorso questo che non piace molto ai sindacati, che si apprestano a chiedere un incontro ai vertici della nuova compagnia. Prima dell’inizio della conferenza stampa, una delegazione Cub formata da ex dipendenti della vecchia Alitalia ha manifestato di fronte alla sala che di lì a poco avrebbe dovuto ospitare Montezemolo, Hogan e Cassano. “E’ ora che Montezemolo ed Hogan – afferma il sindacato di base -, prendendo atto del disastro occupazionale prodotto, definiscano da subito un piano di riassunzioni dei lavoratori licenziati e un programma di stabilizzazione per i precari che da anni attendono una conferma che non è mai arrivata”. Anche per la Filt Cgil, il capitolo riassunzioni deve aprirsi quanto prima. “Si tratta adesso – ha spiegato in una nota il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo – di passare dagli annunci alle iniziative”.

Sul fronte nuove rotte, evidente il nuovo ricollocamento sull’internazionale. I collegamenti a lungo raggio da Roma passeranno da 87 a 113 voli settimanali entro la metà del 2018, mentre i collegamenti a lungo raggio da Milano passeranno da 11 a 25 voli settimanali entro la metà del 2018, con il numero di passeggeri destinato a salire del 130%, da 240 mila a 550 mila entro il 2018.